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De Carlo, tra talent e magia il rapporto padre-figlia

Festeggiato a fonderia Seguso Murano anche ritorno a Nave Teseo

VENEZIA - Il difficile rapporto tra un padre e una figlia che hanno una cosa in comune, l'amore per la cucina. Achille, 87 anni, è stato un rinomato chef e Margherita ha un piccolo ristorante a Venezia. Una critica feroce dei format televisivi e un incontro con un uomo magico, un illusionista. Ci fa entrare in questa dimensione, tra luci ed ombre, Andrea De Carlo in 'Una di luna', il suo ventesimo romanzo che esce il 13 settembre e segna il ritorno dello scrittore a La Nave di Teseo, dopo la breve parentesi con Giunti. "La cosa più tremenda è avere un padre che non si interessa mai di te, come accade a Margherita nel libro. Mentre lei conosce tutte le sfumature di Achille, le sue debolezze e crisi, ha l'istinto di aiutarlo e capirlo, lui, al contrario, non si pone mai il problema di chi sia davvero sua figlia" racconta lo scrittore che Elisabetta Sgarbi, direttore generale ed editoriale della casa editrice, ha voluto festeggiare in un luogo di magia, l'antica fornace e archivio di vetri d'arte Seguso a Murano, facendo dialogare arte e letteratura.

"Mentre scrivevo 'Una di luna' cercavo un certo colore di Venezia, una sfumatura e questo lavoro di ricerca si avvicina a quello del grande vetraio che non si accontenta mai dei toni di colore che trova" spiega De Carlo che è anche fotografo, pittore e ha lavorato ed è stato amico di Federico Fellini con cui ha incontrato Carlos Castaneda. "Elisabetta mi aveva promesso una magia e la ho trovata al di là di quello che mi aspettavo" aggiunge lo scrittore. "Come le vere storie quella con De Carlo è stata tortuosa, fatta di ripensamenti e ritorni. Siamo cresciuti insieme, lui come autore, io come editore" spiega la Sgarbi ricordando gli anni alla Bompiani e come sia stato straordinario all'epoca, nell'84, portare uno scrittore in tv: De Carlo da Pippo Baudo a 'Domenica in' con il suo romanzo 'Macno'. "Il libro è entrato subito in classifica. Ho raggiunto un pubblico più grande e da quel momento ho potuto vivere del mio lavoro. All'epoca c'era un rapporto diverso con certi programmi e conduttori. Poi si è frammentato tutto" spiega lo scrittore che è stato uno dei giurati del talent letterario di Rai 3 Masterpiece. "Un'esperienza allucinante ma utile. Uno dei vantaggi di fare lo scrittore è che hai il controllo di quello che fai. Nel talent eri uno strumento di chi costruiva lo show. Io pensavo di poter parlare dello scrivere. A contare era solo il format. La tv è un universo strano, paradossale" racconta De Carlo.

Achille, un metro e 54 di rabbia e intransigenza, viene invitato come ospite d'onore a Chef Test, un popolarissimo programma di cucina. E Margherita che lo accompagna a Milano a registrare il programma, sperando di aprire un dialogo con lui, tira fuori nel viaggio tutte le sue aspettative e delusioni. "Ho avuto da figlio l'esperienza di un padre estremamente concentrato sulle sue cose (l'architetto e designer Giancarlo De Carlo, amico di Vittorini ndr), ma essendo un maschio ho preso la mia strada. Immagino che per una donna sarebbe stato più complicato perchè ricerca l'attenzione e approvazione del padre. Io ho una figlia e ho cercato in tutti i modi di non essere quel tipo di genitore" racconta lo scrittore che è stato raggiunto a Murano dalla figlia Malina ed è stato sostenuto da Italo Calvino per l'uscita di 'Treno di panna' nel 1981. Con le storie che scrive, spiega, gli capita "un po' come a Paul McCartney con Yesterday che raccontava: 'mi sono svegliato e la avevo in testa'. Le storie sono passate attraverso di me, in fondo sei uno strumento".

Nel percorso alla fonderia Seguso, guidati dai fratelli Gianluca e Pierpaolo, le arti si sono dunque incontrate: "Andrea è un artista complesso e lo dimostra la sua ricerca del colore e le sue copertine che sono opere d'arte" dice la Sgarbi che sta pubblicando in nuove edizioni, con copertine disegnate dallo scrittore, tutti i suoi romanzi. Ne mancano solo tre: 'Durante', che uscirà a novembre, 'Cuore primitivo' e 'L'imperfetta meraviglia'. Triplice dunque il festeggiamento, una grande sorpresa anche per De Carlo che, salito sul motoscafo che lo portava a Murano, con i vertici della casa editrice (oltre alla Sgarbi, Mario Andreose ed Eugenio Lio) e un gruppetto di giornalisti, non sapeva cosa sarebbe successo. Alle fornaci ha plasmato il vetro, sono stati creati dei medaglioni celebrativi del suo romanzo e gli è stato regalato dalla famiglia Seguso un libro di vetro blu con inciso il titolo del suo ventesimo romanzo e il nome dell'editore.

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