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Milan, Wondy mi ha insegnato la resilienza

Esce 'Mi vivi dentro' del marito di Francesca Del Rosso

(ANSA) - ROMA, 28 FEB - Non è un romanzo sul dolore ma sull'amore e la resilienza, su come attraversare la sofferenza senza farsi travolgere, 'Mi vivi dentro' di Alessandro Milan, il marito di Francesca Del Rosso, Wondy per la sua allegria e l'energia esplosiva con cui ha combattuto una battaglia, quella contro il cancro, che è difficile vincere. Dopo la sua morte, l'11 dicembre 2016, Milan, non si è fermato, come se in lui si fosse trasferito un po' di quello stare sempre in movimento che era la caratteristica di Francesca, scrittrice, giornalista e mamma. Sono nati l'associazione 'Wondy Sono Io', impegnata nella diffusione della cultura della resilienza, di cui Milan è presidente, il premio letterario 'Wondy', di cui si saprà il vincitore il prossimo 5 marzo, in una serata condotta da Ambra Angiolini con Alessandra Tedesco, in cui cantano Malika Ayane & Paola Turci, ed è appena arrivato il romanzo 'Mi vivi dentro' con cui DeA Planeta apre alla narrativa italiana. "Il dolore per me è come un muro che di colpo mi si è piantato davanti. Sbatterci contro non era una buona idea, ho cercato i modi di aggirarlo. Ho cominciato subito a muovermi. Il libro è una tappa di questo percorso" dice all'ANSA Milan che, dopo la presentazione il 26 febbraio al Teatro Dal Verme di Milano, con Nadia Toffa, Umberto Brindani e letture di Gioele Dix, è il 28 febbraio alla Libreria IBS+Libraccio a Roma con Mario Calabresi, Franca Leosini e letture di Marco Bocci.

"Con Francesca si rideva molto, non volevo scrivere un libro ancorato alla malattia. Ho l'adrenalina in corpo, proprio io che sono sempre stato un pigro, uno da tirare giù dal divano. Gli amici mi dicono 'fermati', ma fare le cose per me è la strada giusta, senza avere la pretesa di dire che per tutti debba essere così. Qualcosa di Francesca, che era vulcanica, energica, è entrato dentro di me" spiega Milan che da quasi 20 anni è giornalista di Radio24, come lo era Francesca. E proprio in radio è cominciato tutto quando una mattina alle sei Milan e Wondy si sono scambiati i turni, ma anche i loro cellulari. Una storia d'amore che è cresciuta tra alti e bassi e la nascita di due figli, Angelica, di 11 anni, e Mattia di 9 anni di cui Milan parla come dei suoi "pettirossi. Sono da proteggere, ma anche le mie ali".

"La nostra storia è stata come quella della maggior parte delle persone, in cui si ride, si piange, si provano i sentimenti più disparati. E' chiaro che fortunatamente non tutte le persone vivono momenti di malattia così gravi, ma il tumore riguarda milioni di persone. Tutto volevo fare tranne che un libro ipocrita che santificasse Francesca o il mio ruolo al suo fianco" spiega Milan. Certo per Alessandro aprire il suo cuore raccontando in un romanzo la loro storia non deve essere stato facile. E' ripartito da quella lettera 'A Francesca' che ha commosso il web, con oltre 7 milioni di visualizzazioni, che si concludeva proprio con le parole "mi vivi dentro".

 "Non nascondo di aver pianto molto nel mettere in pagina tutto quello che ho vissuto con Francesca. Ma, dico sempre, che mi sembravano lacrime di veleno che usciva, non di dolore che entrava. Francesca ha vissuto per la condivisione della malattia. E' fondamentale. Ricevo ancora dei messaggi di uomini e donne che mi scrivono quanto il messaggio di Francesca gli abbia dato forza. Si è ammalata nel 2010 e ha vissuto sei anni di operazioni, chemioterapie, metastasi, come un inciampo della vita che può capitare".

In 'Mi vivi dentro', Milan da voce anche al punto di vista delle persone che stanno a fianco di chi ha un tumore. "Chi è malato sta sempre peggio, ma per chi gli sta vicino non è per niente semplice. Vivi il senso di colpa, pensi sempre, avrei potuto fare di più. Continuare ad andare in radio, anche quando nell'ultimo mese e mezzo le metastasi erano nel cervello, per me è stato un modo per mantenere un piccolo contatto con la realtà per poi potermi dedicare con la massima dedizione a lei" dice. "I bambini sono l'emblema della resilienza, ti riportano alla realtà, vedono sempre il lato positivo delle cose. Noi non abbiamo mai nascosto nulla ad Angelica e Mattia. Gli adulti pensano di proteggere i bambini nascondendo le cose, mentre con il linguaggio giusto bisogna dire tutto. Sento il peso della responsabilità ma sono la mia fonte primaria di gioia" racconta Milan che ha "il sogno di portare nelle scuole uno spettacolo teatrale per i bambini sulla resilienza".

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