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Al Colosseo come duemila anni fa, riapre l'attico

Ministro Franceschini, "Ora pensiamo a sotterranei e arena"

Il clangore delle armi, il ruggito delle belve inferocite. E poi frastuono di grida, incitamenti, tifo. Assistere duemila anni fa ad uno spettacolo del Colosseo racconta l'archeologa Rossella Rea, responsabile del monumento, doveva essere un'esperienza a tinte molto forti. "Una bolgia incredibile di rumori e di odori" avvolgeva i 50 mila spettatori di ogni livello sociale ordinatamente divisi nei vari anelli, ognuno comunque con il suo posto a sedere, in marmo per i più abbienti, in legno per la plebe, che era confinata negli scranni più alti, dove i particolari dei combattimenti si scorgevano appena e anche i rumori arrivavano più attutiti.

Da lassù la vista d'insieme era però unica e spettacolare, una meraviglia che dopo più di quarant'anni torna accessibile a tutti, con un nuovo percorso di visita - al via dal 1 novembre - che aggiunge un tassello ulteriore al fascino del monumento più gettonato d'Italia. "Uno spettacolo indimenticabile", commenta il ministro della cultura Franceschini, che ora già guarda ai restauri dei sotterranei (il contratto d'appalto è alla firma, i lavori dureranno circa un anno e mezzo) e alla contestata copertura dell'arena, il progetto che lui ha fortemente voluto e al quale ha destinato 18 milioni di euro. "Con la ricostruzione dell'arena si capirà davvero cosa volesse dire vedere uno spettacolo al Colosseo", ribadisce il ministro, scortato nella visita da Federica Galloni, che guida il Parco del Colosseo in attesa che si concluda a dicembre la selezione per il nuovo direttore manager. E la visita è l'occasione anche per difendere la decisione di istituire il Parco che "non distaccherà l'area archeologica da Roma", assicura Franceschini, "ma la valorizzerà fino in fondo".

Tant'è, riservato per ragioni di sicurezza a gruppi di massimo 25 persone accompagnate da una guida, il nuovo percorso comincia al terzo livello dell'anfiteatro con l'attraversamento di grande suggestione dell'unica galleria ancora conservata com'era in origine e che presenta anche un ulteriore unicum: intonaci bianchi con segni di colore riportati alla luce da un capillare restauro. Una galleria intermedia, spiega Rea, che aveva una funzione di smistamento del pubblico che dal secondo livello (oggi il primo piano dell'Anfiteatro) raggiungeva i piani più alti della cavea. Prima il "meniano secondo", al quarto livello, dove su ampi sedili di marmo divisi per categorie trovavano posto i commercianti e la piccola borghesia, poi il "meniano in ligneis", riservato alla plebe, l'unico con i sedili in legno e il più scomodo da raggiungere, arrampicato com'è a  40 metri dall'arena.

Qui le famiglie del popolino trascorrevano alle volte intere giornate, gioivano, mangiavano, in certi casi si preparavano addirittura i pasti, racconta Rea, "pollo e cereali soprattutto", cuocendolo su fornelli di fortuna dei quali durante i restauri gli archeologi hanno trovato i frammenti. E non mancavano le "toilette" - praticamente dei buchi nel pavimento - allestite nella galleria.

Ricostruito da Luigi Canina nel XIX secolo, il quinto livello oggi ha l'aspetto di una terrazza scoperta, con una vista mozzafiato sul Colosseo e sulla capitale, esposta però anche a sole e pioggia. Nell'antica Roma non era così: se i sedili più lussuosi della cavea (i troni in marmo riservati ai senatori al piano terra, ma anche i sedili di pietra degli equites al secondo e quelli un piano più su della borghesia ricca) erano protetti dal velum, una tenda sottile stesa all'occorrenza dai marinai della flotta di Miseno, gli scranni della plebe erano comunque riparati da un ampio portico, che garantiva protezione dai raggi del sole come dagli acquazzoni.

Oggi quegli umili spalti in legno non ci sono più, anche del ricchissimo palco dell'imperatore e dei troni in marmo dei senatori con le zampe di leone non rimane purtroppo più nulla. Ma l'impatto è di grande suggestione. "Un'esperienza fortissima che ogni turista porterà con sé", s'appassiona Franceschini. Il percorso per ora è accessibile solo con le ripide scale che è bene salire e scendere con attenzione. Ma si sta lavorando, assicura Galloni, per installare un montapersone che permetterà la visita anche a chi non può camminare. Il biglietto costa 9 euro (gratuito sotto i 12 anni), 15 se unito alla visita di sotterranei e piano arena. La prenotazione è obbligatoria. (ANSA).

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