Il giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni ha respinto l'istanza di revoca della misura interdittiva disposta nei confronti di Francesco Moncada, ex consigliere del cda di Esselunga.
Moncada è coinvolto nell'inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari, dal 7 maggio, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Il manager aveva reso spontanee dichiarazioni davanti al giudice, affermando la propria innocenza e di aver agito "sempre nel pieno rispetto della legalità e in assoluta trasparenza".
Il gip, nel suo provvedimento di rigetto, ha sottolineato come l'istanza presentata dai legali sia fondata solo sulle dimissioni dal cda di Esselunga ma che "permangono i gravi indizi di colpevolezza, non essendo stati rappresentati elementi idonei a modificare il quadro di pericolosità sociale". Inoltre, "permangono tuttora, concrete e attuali, le esigenze connesse al pericolo che una ripresa dei rapporti con le persone coinvolte nell'attività corruttiva possa agevolare la ripetizione dei reati della stessa specie".
Le sopravvenute dimissioni, continua il gip, "non offrono idonea garanzia che il predetto si astenga dalla commissione di analoghi reati, tenuto conto della possibilità che Moncada - giovandosi del legame familiare con la legale rappresentante della Esselunga - ben potrebbe nuovamente acquisire altri incarichi dentro la società".
Per l'accusa, il manager avrebbe dato finanziamenti illeciti al partito di Giovanni Toti e in cambio avrebbe avuto una agevolazione nelle pratiche per aprire i supermercati a Genova, Savona e Rapallo.
L'attacco di Fontana
Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ha attaccato l'inchiesta di Genova che coinvolge il suo collega Giovanni Toti.
Rispondendo alle domande delle agenzie italiane a margine di una visita a Washington, ha osservato: "Leggendo illegittimamente, come fanno tutti, le carte sui giornali mi sembra di dire che le contestazioni siano sempre meno comprensibili e sempre più stiracchiate e sempre più frutto di una interpretazione piuttosto che di una concreta realtà",
"Sono convinto - ha spiegato - che gli arresti domiciliari (per Toti, ndr) siano una misura bizzarra per un reato che presuntivamente sarebbe iniziato nel 2020 e sarebbe proseguito nel 2021 e nel 2022, con un provvedimento cautelare chiesto a fine 2023 e arrivato a maggio 2024: diciamo che non la presenterei come tesi di laurea per rappresentare come funziona propriamente il procedimento giudiziario in Italia".
"Anche perché - ha proseguito - uno si chiede 'ma se tu sai che quel certo governatore sta commettendo un reato nel 2021 e poi sai che lo commette ancora nel 2022 e lasci che lo commetta anche nel 2023...'. Beh a me risulta che ci sarebbe forse qualche dovere del pubblico ministero per impedire che il reato possa continuare ad essere perpetrato".
Parlando sempre dell'inchiesta di Genova, Fontana ha poi dichiarato che "ci sono dei reati che non esistono e che non vengono perseguiti e ci sono invece dei reati che esistono e per consuetudine non vengono perseguiti. E' una cosa curiosa... dovremmo introdurre nel codice di procedura il reato non perseguibile".
Il governatore della Lombardia ha poi fatto una osservazione di carattere generale. "Si torna - ha spiegato - al discorso di fondo: se non vogliamo che la politica venga finanziata dal pubblico o accettiamo che venga finanziata dal privato, ed è normale che il privato finanzi chi ha idee e propone scelte più affini alle sue sensibilità, oppure lasciamo che la politica non possa essere finanziata neppure dal privato e allora la porta si apre ai ricchissimi. In tal caso io mi ritiro".
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