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Pietro Orlandi: "Non accuso ma c'è chi non volle parlarmi"

Ma il Vaticano: 'Contro Wojtyla accuse indegne e infamanti'

E' più di un polverone quello sollevato da Pietro Orlandi con le sue dichiarazioni ambigue su san Giovanni Paolo II pronunciate ospite a "Di Martedì" subito dopo il colloquio-fiume con il promotore di giustizia vaticano, Alessandro Diddi. Questa mattina, per gettare acqua sul fuoco, il suo legale, l'avvocato Laura Sgrò, ha affermato che "Il signor Orlandi non ha inteso formulare accuse nei confronti di alcuna persona, lo ha ribadito al Promotore, lo ha anche scritto in una memoria che ha depositato durante la sua deposizione", "ha chiesto solo che la ricerca della verità non abbia condizionamenti".

Ma non è bastato. Alla reazione indignata di ieri del segretario storico di papa Wojtyla, il cardinale polacco Stanislaw Dsiwisz, è seguita oggi una presa di posizione ufficiale del Vaticano ancora più dura: "Prove? Nessuna. Indizi? Men che meno. Testimonianze almeno di seconda o terza mano? Neanche l'ombra. Solo anonime accuse infamanti". Ha scritto in un editoriale pubblicato sulla prima pagina dell'Osservatore romano, il direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione, Andrea Tornielli, a proposito delle "presunte rivelazioni su Papa Wojtyla". "Una follia - aggiunge il quotidiano della Santa Sede -. E non lo diciamo perché Karol Wojtyla è santo o perché è stato papa. Anche se questo massacro mediatico intristisce e sgomenta ferendo il cuore di milioni di credenti e non credenti, la diffamazione va denunciata perché è indegno di un Paese civile trattare in questo modo qualunque persona, viva o morta, che sia chierico o laico, papa, metalmeccanico o giovane disoccupato".

Nella puntata di "Di Martedì" tre giorni or sono, Pietro Orlandi, commentando un audio anonimo ricondotto a un esponente della Banda della Magliana, ha pronunciato dichiarazioni choc. "Mi dicono che Wojtyla ogni tanto la sera usciva con due monsignori polacchi e non andava certo a benedire le case...", ha detto a conclusione di una più ampia riflessione sulla pedofilia tra "alti vertici" delle gerarchie ecclesiastiche. Ieri sera, dopo che Dziwisz ha parlato di "ignobili insinuazioni", Orlandi sul suo seguitissimo profilo Facebook ha pubblicato un post per denunciare l'inizio del lancio "di fango" nei suoi confronti.

Oggi, attraverso il suo avvocato, ha voluto anche rilanciare: "Spiace che alcune persone abbiano estrapolato qualche frase manipolando il quadro complessivo delle sue dichiarazioni - scrive Laura Sgrò -. Spiace, altrettanto, che, tra coloro che lo accusano a mezzo stampa di ledere la memoria di chi non c'è più, vi sia anche chi, contattato negli anni dal signor Orlandi, si sia sempre sottratto a un confronto autentico e sincero con lui". Tanti sono i supporter di Pietro Orlandi che sulla Rete lo incitano ad andare avanti e non lasciarsi intimidire. Ma, sempre online e non solo, sono tantissimi anche i fedeli ed in particolare quelli affezionati alla memoria del Papa divenuto santo a tempi record, che stanno esprimendo profonda indignazione per le ombre gettate, ad anni di distanza, su di lui.
   

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