Argentina Cile di questa notte alle due - ora italiana - vale il titolo di campione delle Americhe del Centenario. Per l'Albiceleste di Messi & Co c'è aria di rivincita. Un anno fa fu beffata ai rigori dalla Roja. Ma oggi l'Argentina corre e gioca bene, è piena di talenti, fa paura quando scende in campo.
Albiceleste e Roja si sfideranno nella finale della Coppa America del Centenario, al MetLife Stadium di East Rutherford. Per il 29enne Messi è la quarta finale (Mondiale 2014, Coppa America 2015 e 2007) ed è tempo di far girare il vento: "certo, dice, se non vinciamo sarà una grande delusione, ma dobbiamo cogliere questa opportunità e vincere questa Coppa, vogliamo cambiare la storia, questa è la volta buona". L'Argentina peraltro è a secco di trofei dal 1993, un'eternità.
Molta Italia e molta Europa in campo, Messi e Higuain certo, ma anche Vidal, Banega, Lamela, Biglia, Suarez, Aguero, Pastore, Medel, Isla, Sanchez. Una fila di talenti che non finisce più, il barometro indica spettacolo in vista. Ma sarà soprattutto la partita dell'orgoglio di due nazioni rivali e di tecnici che non si amano: Juan Antonio Pizzi ct del Cile, argentino naturalizzato spagnolo, subentrato a Sampaoli che condusse i suoi alla vittoria l'anno scorso, è tranquillo, "abbiamo 17 milioni di tifosi da Santiago in giù".
Parte sfavorito, e una vittoria bis sarebbe l'apoteosi per una nazione calcistica diventata una potenza mondiale e sarebbe la degna conclusione di un torneo cominciato in sordina, con qualche aiutino arbitrale, e poi andato via via crescendo. Fino ad agguantare la finale giocando un grande calcio, mentre le altre grandi del sudamerica cadevano l'una dopo l'altra: Brasile a casa da giorni, Uruguay spento, Colombia che ha resistito come ha potuto, Messico spumeggiante ma annientato ai quarti.