Tre tavoli interministeriali
con l'azienda, la Regione e i player dell'energia a partire da
lunedì, per arrivare entro dieci giorni a un tavolo di crisi in
presenza sulla vertenza della Portovesme srl. È terminato con
l'indicazione di una road map per individuare una soluzione
strutturale al costo dell'energia, il vertice convocato dal
governo a Roma e in videoconferenza con i rappresentanti dei
lavoratori, i quattro operai sulla ciminiera e la Regione, al
tavolo anche il Comune di Portoscuso e i rappresentanti di
Confindustria.
"Il governo - si legge nel verbale conclusivo dell'incontro -
ritiene fondamentale individuare, insieme alla Regione Sardegna,
una soluzione strutturale per il costo dell'energia della
società Portovesme, in modo che possa essere assicurata la
continuità produttiva degli stabilimenti di Portoscuso e San
Gavino fino all'entrata in funzione del progetto di
riconversione degli impianti verso la produzione di litio". Per
questo il governo ha chiesto all'azienda di non interrompere
l'attività produttiva durante questo periodo di interlocuzioni.
Nel vertice sono emerse le possibili vie d'uscita per
l'azienda per attenuare il peso del costo energetico, che
potrebbero far leva sul principio di insularità e sul
riconoscimento del gap della Sardegna: da un lato la possibilità
di estendere il credito di imposta pari al 45% del costo
dell'energia oltre la scadenza del 31 marzo 2023, dall'altro il
ricorso alla cosiddetta superinterrompibilità, che diversamente
dal passato potrebbe non essere considerata dall'Unione europea
un aiuto di Stato.
I rappresentanti sindacali hanno riferito gli esiti
dell'incontro ai lavoratori in assemblea davanti ai cancelli
dello stabilimento. Ora si attende la decisione dei quattro
operai asserragliati a cento metri d'altezza. "Solo loro - hanno
ribadito i sindacati - dovranno decidere se scendere".
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