(ANSA) - ROMA, 29 LUG - La battaglia sull'equo compenso
"nasce per superare il vuoto creatosi dopo l'abolizione dei
minimi tariffari nel 2006 ed evitare le conseguenze di una
deregolamentazione che ha portato, in questi anni, molte
Pubbliche amministrazioni a mettere a bando per 1 euro la
consulenza dei professionisti e tante grandi imprese a dettare
le regole del mercato", perciò "sorprende il continuo rinvio
dell'approvazione di una legge che ha già un suo riferimento
legislativo nel Jobs Act degli autonomi del 2017 e che oggi
dovrebbe occuparsi di come ampliare questa tutela a beneficio di
2,3 milioni di professionisti". Lo si legge in una nota di
ProfessionItaliane (che riunisce gli Ordini raggruppati nel Cup
e nella Rpt), all'indomani del parere negativo della Commissione
bilancio della Camera al testo sull'equo compenso. "Crediamo che
il lavoro dei professionisti meriti maggiore rispetto. Dopo le
liberalizzazioni, l'impegno delle rappresentanze istituzionali
dei professionisti è stato sempre quello di arrivare ad un
sistema chiaro e condiviso di remunerazione delle prestazioni.
In questo senso gli Ordini rappresentano la migliore garanzia
nell'individuazione e proposizione dei parametri di riferimento
per la determinazione dei compensi dei professionisti", si
legge. Per l'organismo si tratta di "un riconoscimento proprio
degli Ordini che, in funzione della loro natura sussidiaria,
potranno assicurare non solo ai professionisti, ma anche alle
imprese e alle pubbliche amministrazioni parametri individuati
in modo oggettivo e trasparente". È auspicio di
ProfessionItaliane, va avanti la nota, che si trovi un accordo
politico all'interno delle forze di maggioranza per fare in modo
che il testo - già frutto dell'unificazione di più proposte -
ritrovi il necessario slancio per essere approvato entro la fine
della Legislatura, con un'estensione ampia a tutte le realtà
economiche, e non limitato solo alle imprese che nel triennio
precedente al conferimento dell'incarico hanno occupato alle
proprie dipendenze più di cinquanta lavoratori o hanno
presentato ricavi annui superiori a 10 milioni di euro", si
legge, infine. (ANSA).