(ANSA) - ROMA, 20 APR - "Come gestiremo, nel dopo emergenza,
i luoghi dell'abitare, gli spazi pubblici, le dinamiche urbane?
Come verrà fatta ripartire l'economia, riattivati i cantieri,
trasferita una indispensabile spinta propulsiva al mondo delle
costruzioni? Ed ancora, come vediamo il futuro delle nostre
città, dei territori, muovendo dall'insegnamento della
pandemia?". Sono domande poste dal Consiglio nazionale degli
architetti, che punta a dialogare col governo, in occasione
della 'fase 2' (quella della "riapertura" delle attività),
successiva a quella orientata al contenimento della diffusione
del Coronavirus nel Paese, convinto che "sia quantomeno
singolare che gli architetti non vengano coinvolti in una fase
drammatica della vita del Paese in cui si riflette sulla
ricostruzione di un modo di vivere diverso, in cui la dimensione
spaziale della nostra esistenza assume un ruolo prioritario,
finanche di sopravvivenza". L'Ordine, recita una nota, lavora,
tra l'altro, "all'elaborazione di proposte di ripartenza per il
mondo delle costruzioni, fiaccato da anni di crisi,
marginalizzato rispetto ai luoghi della riflessione sui processi
di sviluppo. Per riemergere da questo declino è necessario
sviluppare un progetto coraggioso, un modello di sviluppo
sostenibile e resiliente che non può prescindere da una
consapevole strategia di investimento che interessi l'ambiente
costruito". (ANSA).