(ANSA) - ROMA, 05 OTT - Una "battaglia di civiltà
giuridica", in generale, e "per i giovani, in particolare,
affinché il loro lavoro non continui ad essere mortificato da
quei committenti che sempre più spesso chiedono prestazioni
consulenziali a titolo gratuito". Con queste parole la
presidente del Comitato unitario delle professioni (Cup), Così
Marina Calderone, commenta l'ultima sentenza del Consiglio di
Stato che "legittima gli Enti pubblici – nel caso di specie il
Comune di Catanzaro – a promuovere bandi senza compenso per il
professionista e con la sola previsione del rimborso spese", un
pronunciamento che "smentisce di fatto il Tar della Calabria
che, in prima istanza, aveva dato ragione agli Ordini
ricorrenti". E' "necessario", incalza, che "tutte le professioni
uniscano le forze e operino congiuntamente, affinché la legge
sull'equo compenso venga approvata presto ed entri a far parte
dell'ordinamento giuridico italiano entro la fine della
legislatura, così da dotare un comparto economico come quello
dei liberi professionisti, composto da 2,5 milioni di iscritti,
di un punto di riferimento normativo di quantificazione della
prestazione a fronte di un'assenza di regole". Pertanto, mentre
"si sta discutendo su come tutelare la giusta remunerazione dei
lavoratori" (grazie ad alcuni Disegni di legge all'esame di
Camera e Senato, ndr) la sentenza del Consiglio di Stato
"riporta al centro del dibattito la necessità di regolamentare
in maniera chiara i compensi per le prestazioni rese dai
professionisti a tutti i committenti", chiosa Calderone. (ANSA).