(ANSA) - ROMA, 20 GIU - Il disegno di legge sull'equo
compenso per le prestazioni dei liberi professionisti (approvato
in prima lettura alla Camera, nell'ottobre del 2021) tornerà
domani pomeriggio all'esame della Commissione Giustizia del
Senato, dopo tre settimane di 'stop', complice anche
l'interruzione dei lavori parlamentari per le elezioni
amministrative del 12 giugno scorso. Il provvedimento, frutto
dell'unificazione di testi del centrodestra (FdI, Lega e Fi) e
del M5s, mira ad irrobustire le tutele per i lavoratori autonomi
(allargando, tra l'altro, la committenza che dovrà osservare la
disciplina, giacché vengono inglobate tutte le imprese che
impiegano più di 50 dipendenti, o fatturano più di 10 milioni di
euro all'anno), rispetto alla norma del 2017 del Pd, che inserì
nel nostro ordinamento il principio della giusta remunerazione
per i servizi resi dai professionisti. Le parti politiche si
collocano su posizioni differenti: il centrodestra, infatti, è
in 'pressing' per il varo senza correzioni (per evitare che la
fine della Legislatura, nel 2023, conduca il ddl su un 'binario
morto') il Pd invoca una parziale modifica, a partire dalla
norma che dà agli Ordini la facoltà di sanzionare il
professionista che accetta un compenso inferiore ai parametri
ministeriali (capitolo che ha generato, nelle settimane passate,
una 'spaccatura' tra le rappresentanze dei professionisti,
ovvero Ordini, Casse di previdenza e sindacati delle varie
categorie di autonomi). (ANSA).