(ANSA) - ROMA, 25 GEN - "È in atto una discriminazione a
danno della professione di dottore commercialista, basata su una
scarsa conoscenza del ruolo e delle funzioni svolte dalla
categoria. Lo dimostra l'attuale formulazione delle disposizioni
normative disciplinanti la figura dell'esperto negoziatore della
crisi d'impresa: le modifiche apportate in sede di conversione
nella legge del 21 ottobre 2021, infatti, hanno aggiunto anche
per i dottori commercialisti un ulteriore requisito di accesso
all'elenco degli esperti: l'aver maturato precedenti esperienze
nel campo della ristrutturazione aziendale e della crisi
d'impresa".
A denunciarlo i presidenti dei sindacati dei dottori
commercialisti Ungdcec, Aidc e Adc Matteo De Lise, Andrea
Ferrari e Maria Pia Nucera, che evidenziano come tale requisito
"si aggiunge all'iscrizione da almeno cinque anni all'Albo e
alla specifica formazione disposta dal ministero della
Giustizia. Ma requisito che non era, giustamente, contemplato
nella formulazione originaria della norma, in riconoscimento
della specifica competenza dei dottori commercialisti,
conseguita grazie ad un percorso di studi universitari, un
tirocinio, un esame di abilitazione alla professione, tali da
assicurare la piena preparazione nelle materie attinenti la
crisi d'impresa, l'analisi economico-finanziaria dei bilanci, la
conoscenza degli intermediari finanziari e il diritto del
lavoro". I vertici delle associazioni professionali, infine,
fanno sapere che, per "garantire una tutela dei commercialisti,
abbiamo avviato i lavori per formulare una proposta di modifica
e rivisitazione delle disposizioni richiamate", termina la nota
di Ungdcec, Aidc e Adc. (ANSA).