(ANSA) - ROMA, 04 GEN - "Il decreto che fisserà le regole di
esclusione dall'obbligo di presentazione degli Indici di
affidabilità fiscale (Isa) e che introdurrà i "correttivi",
terrà conto solo parzialmente della situazione che tutti gli
operatori economici si sono trovati ad affrontare,
indipendentemente dall'essere ricompresi, o meno nelle tre
categorie individuate dalla commissione di esperti e inserite
nella norma (calo del fatturato al 33%, attività sottoposte a
restrizioni, avvio della Partita Iva dal 2019)", ma
l'Associazione nazionale commercialisti (Anc) ritiene che "tale
agevolazione non debba escludere nessuno". Lo si legge in una
nota del sindacato professionale. La pandemia, viene
puntualizzato, "tutt'ora in pieno svolgimento, colpisce
economicamente non solo direttamente alcune categorie, ma di
riflesso trascina con sé imprenditori, artigiani, commercianti e
professionisti, senza chiedere ad ognuno il codice Ateco o
l'anno di apertura attività. Si pensi solamente ad una realtà
produttiva, o a uno studio professionale di pochi elementi dove
tutti sono contagiati o in isolamento preventivo: l'attività si
blocca indipendentemente dal tipo di servizio reso, le scadenze
vengono saltate e l'emergenza rende impossibile seguire tutto
ciò che poi rende il soggetto "affidabile" per l'Amministrazione
finanziaria". Per questo "occorre pensare a una tregua - dice il
presidente dell'Anc Marco Cuchel - che consenta a tutti di
potersi concentrare sulla ripresa e che tenga conto del fatto
che il 2020, ma anche il 2021, non saranno anni normali per
nessuno. Sarebbe un grande messaggio di vicinanza a tutte le
forze produttive del Paese e di rispetto verso coloro che, a
differenza di altre categorie di lavoratori, non hanno goduto di
alcuna continuità retributiva", chiude. (ANSA).