(di Fausto Gasparroni)
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 09 SET - Sarà un viaggio molto
intenso, impegnativo quello che il Papa farà da domenica
prossima, 12 settembre prima a Budapest per la messa conclusiva
del Congresso eucaristico internazionale, e poi in Slovacchia
per la visita pastorale fino a mercoledì 15: il primo dopo
l'intervento al colon del 4 luglio scorso e il 34/o del
Pontificato.
Per dire solo alcuni dettagli, la partenza da Fiumicino alle
6.00 è quella più di buon mattino di ogni viaggio papale della
storia, solo il primo giorno porterà Francesco in due Stati, e
in tre giorni e mezzo di celebrazioni, incontri (con le
autorità, ecumenici, con le comunità ebraiche, il clero, i
giovani, anche con i rom), spostamenti e voli interni, sono
dodici i discorsi che pronuncerà il Pontefice.
Ma sulla salute di Bergoglio, almeno a detta del direttore
della Sala stampa vaticana Matteo Bruni, non si adotteranno
misure speciali e straordinarie. Insomma, si osserverà la
"solita cautela". "Le usuali misure sanitarie sono già
abbastanza stringenti - ha spiegato Bruni ai giornalisti -. Ci
sarà il medico a bordo, gli infermieri, ma non misure
particolari". Alla domanda se al seguito ci sarà anche
l'infermiere che - come ha detto lo stesso Pontefice
nell'intervista a radio Cope - "gli ha salvato la vita", Bruni
ha risposto: "la presenza è la solita".
Per quanto riguarda poi i temi di questo viaggio, che porta a
54 i Paesi visitati da Bergoglio dall'inizio del Pontificato, è
stato lo stesso Papa a darne un saggio nell'Angelus di domenica
scorsa, quasi un messaggio ai due popoli che lo attendono.
"Domenica prossima mi recherò a Budapest per la conclusione del
Congresso Eucaristico Internazionale - ha detto -. Il mio
pellegrinaggio proseguirà, dopo la Messa, per alcuni giorni in
Slovacchia, e si concluderà il mercoledì successivo con la
grande celebrazione popolare della Vergine Addolorata, Patrona
di quel Paese". Saranno così "giorni segnati dall''adorazione' e
dalla 'preghiera' nel cuore dell'Europa".
"Chiedo a tutti di accompagnarmi con la preghiera - ha
aggiunto Francesco -, e affido le visite che compirò
all'intercessione di tanti eroici confessori della fede, i quali
testimoniarono in quei luoghi il Vangelo tra ostilità e
persecuzioni". "Essi aiutino l'Europa - ha invocato - a
testimoniare anche oggi, non tanto a parole, ma soprattutto con
i fatti, con opere di misericordia e di accoglienza, il buon
annuncio del Signore che ci ama e ci salva".
Ecco quindi le parole-chiave: "misericordia" e "accoglienza",
in un richiamo all'Europa di "concreta" solidarietà nel pieno di
emergenze globali, non ultima quella dei profughi generata dalla
crisi afghana.
Ed ecco anche che assume un particolare significato
l'incontro che il Papa avrà la mattina di domenica col primo
ministro ungherese Viktor Orban - tra i capofila del sovranismo
europeo e i portabandiera delle chiusure dei confini agli
immigrati - insieme al presidente della Repubblica Janos Ader.
Ad accogliere il Papa all'aeroporto della capitale ungherese
sarà invece il vice primo ministro Zsolt Semjen.
I precedenti incontri di Francesco con Orban non sono stati
udienze private e risalgono in Vaticano al 2016, in un'udienza
alla delegazione dei parlamentari cristiani, e al 2017, con
altri capi di Stato e di governo per l'anniversario dei Trattati
di Roma. Sempre domenica, ad accogliere il Pontefice all'arrivo
in Slovacchia, a Bratislava, sarà invece la presidente della
Repubblica Zuzana Caputova.
E sulla brevità della permanenza in Ungheria (meno di sette
ore) il portavoce Bruni ha chiosato: "Il desiderio del Papa era
di essere presente alla messa di chiusura del Congresso
eucaristico, senza voler aggiungere altri elementi al
significato spirituale di questa presenza. Nella tappa a
Budapest tutto ruoterà intorno a questo". (ANSA).