(ANSA) - ROMA, 17 AGO - Stanno bene ma sono tuttora bloccati
in Afghanistan i due gesuiti indiani che svolgono il loro
ministero nel Paese come operatori umanitari con il Jesuit
Refugee Service. A dare notizie sulla propria situazione -
riferisce Asianews - è stato padre Jerome Sequeira, religioso in
Afghanistan dal 2006, in un messaggio agli amici rilanciato
dall'agenzia MattersIndia.
"Grazie - scrive padre Jerome - per le vostre continue
preghiere. Il modo cui la situazione sta cambiando nel Paese è
al di là di ogni immaginazione: non ho mai visto un collasso del
sistema come questo in 15 anni". Racconta di aver cercato di
prendere un volo per l'India ieri, ma di essere stato costretto
a tornare indietro. Aggiunge di trovarsi "al sicuro".
Con lui in Afghanistan c'è anche padre Robert Rodrigues, che
è ancora a Bamiyan, nella regione centrale dell'Afghanistan.
Nella lettera padre Sequeira spiega che il confratello la sera
del 15 agosto era già in aeroporto in attesa di un volo delle
Nazioni Unite per spostarsi a Kabul. Un tragitto di appena 25
minuti, mai effettuato perché tutto il personale all'improvviso
ha abbandonato lo scalo. "Stiamo cercando tutte le vie possibili
per farlo arrivare da Bamiyan con l'aiuto delle agenzie
dell'Onu", racconta padre Sequeira.
"Sono entrambi salvi - scrive una nota ai superiori locali
padre Stany D'Souza, presidente della Conferenza dei gesuiti
dell'Asia Meridionale - siamo in contatto con loro. Abbiamo
creato un'unità di crisi con esperti internazionali. Ci
incontriamo regolarmente per fare il punto della situazione e
offrire sostegno morale a p. Jerome e p. Robert. Faremo tutti i
passi necessari per farli rientrare in India appena possibile".
Nella sua lettera padre Sequeira aggiunge che per il momento
i talebani sono impegnati a occupare le strutture di governo.
"Non stanno minacciando i civili - continua - ma arriveranno
quando avranno preso pienamente il controllo del sistema. Hanno
le liste di tutte le organizzazioni e anche i profili. In alcuni
posti sono già passati a chiedere informazioni sul personale".
Riferisce che il Jesuit Refugee Service ha sospeso a tempo
indefinito le sue attività in Afghanistan: "Tutti sono rintanati
nelle case e nelle comunità. I voli sono cancellati e dipendiamo
dagli accordi tra gli organismi dell'Onu e i talebani. L'intero
staff del Jesuit Refugee Service sta facendo il possibile per
far evacuare me e padre Robert". (ANSA).