Sempre meno imprese e più
incertezza. Il comparto della moda nelle Marche è in sofferenza
con 1.412 imprese (24,1%)
che hanno abbassato la saracinescarispetto allo stesso perido
del 2019. su un totale al 31 marzo 2024 di 4.451 attive nel
tessile, abbigliamento e calzature.
Segno negativo in tutte le province: Ancona -31,7% (pari a
246 imprese in meno); Ascoli Piceno -29,1% (146 in meno); Pesaro
e Urbino -24,1% (160 in meno); a Macerata -23,6% (361 in meno);
Fermo -20,9% (499 in meno). Il tutto in uno scenario nazionale
per il settore del made in Italy segnato da performance negative
per la produzione -9,3% a marzo 2024 (-8,8% su base annua).
"Il settore sta soffrendo fortemente anche a causa di uno
scenario internazionale denso di incertezze", commentano il
presidente di Cna Marche Paolo Silenzi ed il vicepresidente di
Confartigianato Marche Paolo Longhi. "Calano produzione,
esportazioni e lavoro, aumenta la cassa integrazione".
"Le prospettive per i prossimi mesi sono di forti difficoltà
e potrebbero mettere a rischio intere filiere produttive della
moda", è l'allarme di Cna e Confartigianato che rilanciano
alcune proposte al governo. Tra queste la sospensione dei
versamenti contributivi ed erariali per 12 mesi a partire dal 1°
giugno prossimo; la Cig in deroga a valere per tutte le
tipologie di imprese della moda per 6 settimane sotto e sopra i
15 dipendenti e il rifinanziamento degli Enti bilaterali;
l'esenzione delle quote di partecipazione alle manifestazioni
dell'Ice Agenzia fino al 31 luglio 2025. Non solo, attravesro il
fondo per il Made In Italy prevedere finanziamenti per liquidità
a tasso zero o calmierato rimborsabili in 6 anni a copertura del
20% dell'indebitamento.
"Altre richieste sono state avanzate da Confartigianato Moda
e Cna Federmoda alla Regione Marche che si è impegnata ad
attuare tempestivamente bandi specifici", assicurano Paolo
Longhi, vicepresidente Confartigianato Imprese Marche e Paolo
Silenzi, presidente CNA Marche.
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