"Il Triveneto ha in sé le risorse per tornare a crescere. Sarà fondamentale riuscire a trasformare le criticità dell'attuale scenario competitivo in opportunità, anche puntando con più decisione sui temi della sostenibilità, della digitalizzazione e del capitale umano". E' quanto viene evidenziato da un'analisi sul contesto produttivo di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo.
"I numeri da primato in termini di ricchezza delle filiere locali, know-how, competenze, vocazione industriale e internazionale sono certamente un'ottima base di partenza per vincere questa sfida". Veneto e Friuli Venezia Giulia primeggiano, infatti, per propensione all'export (44% contro 29,7% dell'Italia) e saldo commerciale pari, rispettivamente, a 16 miliardi di euro e a 7,2 miliardi. I distretti industriali mappati da Intesa Sanpaolo nel Triveneto sono 41 (su un totale di 157), "mostrano una specializzazione piuttosto diversificata (dall'agroalimentare al sistema moda, dal sistema casa alla meccanica) e nel 2019 hanno esportato beni per un valore pari a 34 miliardi di euro (il 27% del totale italiano)".
Secondo Intesa Sanpaolo, un sostegno alla competitività del Triveneto potrà essere offerto anche dalla sua buona intensità brevettuale, che vede al primo posto in Italia il Friuli Venezia Giulia con 168,2 i brevetti registrati all'Epo per milione di abitanti, più del doppio della media italiana (74,6). Sopra la media italiana anche Veneto (115,3) e Trentino Alto Adige (100,6). Questi numeri si spiegano con la presenza nel Triveneto di centri di ricerca in campo 4.0, life science e parchi industriali. Tra questi Smact il Competence Centre che riunisce le 8 Università del Triveneto a supporto delle aziende per favorire la diffusione delle tecnologie e delle competenze 4.0.
In collaborazione con:
Intesa Sanpaolo