PORDENONE - "Guardando i profughi di oggi in cammino verso l'Europa, vedo nei loro volti disperati il mio passato e mi ricordo di tutte le difficoltà che ho personalmente affrontato". E' la reazione della scrittrice coreana Hyeonseo Lee, che presentando oggi il suo libro "La ragazza dai sette nomi" (Mondadori) a Pordenonelegge, è tornata sulla sua esperienza di rifugiata in fuga dalla Corea del Nord verso la Cina prima e poi verso l'Occidente, raccontata proprio in questo romanzo.
"Di fronte a questo dramma - ha continuato la scrittrice - dico che certo i Paesi europei non hanno responsabilità per ciò che sta accadendo, ma come esseri umani abbiamo tutti l'obbligo di aiutare queste persone che si lasciano tutto alle spalle, proprio come abbiamo fatto io e la mia famiglia".
I sette nomi della protagonista del libro, assunti dalla scrittrice lungo il suo doloroso percorso di profuganza, "sono il segno della difficile ricerca di identità che accompagna chiunque lasci il proprio Paese senza documenti, senza soldi, per approdare in un luogo dove non ha amici, famiglia, legami". Del suo Paese d'origine la scrittrice ha detto che "la situazione è cambiata solo superficialmente negli ultimi anni, perché se con il precedente dittatore-padre si poteva cercare di fuggire, adesso con il figlio non si ha più nemmeno questa speranza. In questi giorni - ha concluso - si sta costruendo una muraglia tra Cina e Corea del Nord, quindi la chiusura del Paese verso l'esterno è totale e si vive una insostenibile oppressione".
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