(di Gina Di Meo)
"Non sono una regina, preferirei
essere 'notorious'". Usando il soprannome con cui era diventata
famosa, la New York Historical Society inizia il suo omaggio
alla giudice diventata icona dei diritti civili. "Notorious RBG:
The Life and Times of Ruth Bader Ginsburg", in mostra dal primo
ottobre al 23 gennaio del 2022, offre uno spaccato sulla vita
della giudice della Corte Suprema americana morta il 18
settembre del 2020 a 87 anni dopo un decennio di battaglie
contro il cancro.
'Notorious RBG' è basata sull'omonimo libro scritto da Irin
Carmon e Shana Knizhnik: si tratta di una mostra itinerante
organizzata dallo Skirball Cultural Center di Los Angeles. E'
composta da fotografie, documenti, manufatti storici, filmati
che coprono la vita privata e la carriera della personalità che
dal banco della più alta corte della magistratura federale degli
Stati Uniti d'America è diventata anche un fenomeno di internet.
Il soprannome di "Notorious RBG" deriva da un gioco di parole
sul nome d'arte del rapper Notorious BIG che come lei era nato a
Brooklyn. Particolare focus anche sull'aspetto newyorkese della
Ginsburg, nata e cresciuta nel quartiere di Flatbush a Brooklyn.
La giudice era inoltre legata alla New York Historical Society
per aver presenziato nel 2018 una cerimonia di naturalizzazione
di nuovi cittadini.
Contava di tornare per la mostra in suo onore, ritardata a
causa della pandemia, ma sfortunatamente la sua morte è arrivata
prima. "E' un grande onore - ha detto Louise Mirrer, presidente
e Ceo della NYHS - celebrare Ruth Bader Ginsburg, una newyorkese
di nascita che ha avuto un impatto straordinario sulla vita
degli americani di oggi. La giudice Ginsburg ha combattuto
duramente per ottenere giustizia e uguaglianza per tutti".
In mostra ci sono anche tutte le sue battaglie a cominciare
da quando negli anni '70 vinse la prima causa di discriminazione
sessuale, la celebre Frontiero versus Richardson, sostenendo le
ragioni di una sottotenente dell'aeronautica discriminata dai
colleghi maschi per ragioni di indennità. Per poi arrivare, in
seguito, a chiedere che la discriminazione sessuale venisse
equiparata a quella razziale. Non passano inosservati i suoi
cosiddetti 'colletti del dissenso' in pizzo che portava con la
toga. Sosteneva infatti che la toga standard per i giudici era
fatta per gli uomini.
Per quanto riguarda gli aspetti della sua vita privata, la
mostra evidenzia la favola d'amore tra la Ginsburg e il marito
Marty (Martin D. Ginsburg) che è stato per lei sempre una fonte
di sostegno sia nella vita che nella carriera. Era anche la
persona che in casa si occupava della cucina vista la poca
dimestichezza della giudice con i fornelli. Una foto mostra
infatti la Ginsburg con la toga e Marty con il grembiule.
Secondo la figlia Jane Ginsburg, "la mamma era la pensatrice,
mentre il padre cucinava". In mostra anche la replica della sua
scrivania alla Corte Suprema con le foto di famiglia e un
filmato in cui si allena al TRX, un accessorio da allenamento.
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