"Noi e le viti - aggiunge, mentre al "Park Wine Party" di Nova Gorica (Slovenia) si stappa, rigorosamente "sotto'acqua", una delle sue bottiglie di "Puro rosè" del 2006 - abbiamo sofferto tanto: prima le gelate, poi due tempeste estive di grandine. Ma abbiamo la pelle dura, come l'uva... e se l'uva ha la pelle dura, il vino viene buono. Viene un gran vino".
La conferma di un'annata di qualità arriva da un altro grande dell'enologia slovena, Marjan Simcic, che con il suo "Sauvignon Opoka" è da anni al vertice delle graduatorie mondiali dei vini bianchi. "La brina in aprile, la grandine ad agosto: abbiamo perso un quarto della produzione dei nostri venti ettari, ma l'annata sarà molto buona. Il Sauvignon dei record? Non dico nulla; l'uva è ancora sulle piante. E' presto per fare previsioni".
Calo della produzione ancora maggiore nelle vigne dell'Istria slovena. "Almeno un 30%, per il caldo eccessivo. I grappoli sono sani, ma faremo poco mosto", spiega Matej Korenika, di Isola, che al Park Wine Party ha scelto di portare due Malvasie appena imbottigliate, che metterà sul mercato solo fra qualche mese.
D'altra parte è questo l'obiettivo della manifestazione organizzata da Hit Casinos: presentare le eccellenze enologiche del Collio sloveno, della Valle del Vipacco, del Carso e dell'Istria slovena all'inizio della vendemmia, tentando di fare le prime previsioni sul "vino che verrà" dall'uva che si sta cominciando a raccogliere. All'edizione 2017 di Park Wine Party, insieme agli chef emergenti, come Tadej Jug, hanno partecipato 18 cantine con 60 etichette, fra le quali il "Bjana Brut Rosé" di Dobrovo, appena insignito della medaglia di platino al Decanter World Wine Awards svoltosi a Londra, a conferma di "un'enologia che negli ultimi venti anni é cresciuta tantissimo e che - conclude il presidente degli 877 sommelier sloveni, Persolja - continuerà ancora a crescere sul terreno della qualità".
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