ROMA - Più agricoltura sostenibile per salvare il Pianeta, dove il 25% dei suoli, uno su quattro quindi, è danneggiato; basti pensare che negli ultimi 40 anni è diventato improduttivo ben il 30% dei terreni coltivabili. E' quanto sostiene, sulla base dei dati Fao, la Fondazione Barilla Center for Food&Nutrition (Bcfn), in un incontro promosso a Roma alla vigilia della Giornata Mondiale della Terra, e in vista dell'approdo in aula, alla Camera il 26 aprile, della proposta di legge sul consumo di suolo.
In Europa, uno dei continenti il cui territorio è utilizzato in modo estremamente intensivo, tra insediamenti abitativi, sistemi di produzione e infrastrutture, la percentuale di suolo sfruttato raggiunge l'80%. E sul banco degli imputati, come sottolineato dal Wwf Italia, c'è proprio l'agricoltura che 'occupa', insieme alle attività della zootecnia, il 40% della superficie globale, utilizzando il 70% di acqua dolce a livello mondiale per l'irrigazione dei campi coltivati e causando la più grande perdita di biodiversità.
Eppure, al tempo stesso, precisa la Fondazione, l'agricoltura sostenibile e la pratica di quella urbana si stanno configurando come una delle vie percorribili per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, ridurre le patologie legate all'alimentazione e i costi connessi e per rendere le città più vivibili. Un esempio di approccio integrato, che tiene conto delle diverse sfide come la sicurezza alimentare e i cambiamenti climatici, è la cosiddetta 'Climate Smart Agriculture'. Obiettivo di questa scelta agronomica è migliorare la sostenibilità economica, offrendo supporto allo sviluppo delle entrate economiche del settore agricolo e sociale, sviluppando la resilienza del sistema alimentare ai diversi effetti del cambiamento climatico e ambientale, fino a ridurre o eliminare le emissioni di gas serra.
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