Delhi ha vietato l'esportazione
delle rotture di riso, uno dei sottoprodotti della lavorazione
del riso, e ha imposto una tassa del 20% sull'export di numerose
qualità di riso. La decisione è stata annunciata ieri da
Sudhanshu Pandey, del ministero dei Consumi, Alimentazione e
Distribuzione pubblica. Il blocco dell'export è stato
motivato con la necessità di assicurare adeguate scorte
nazionali in vista di una possibile diminuzione del prossimo
raccolto. Il governo intende anche riportare sotto controllo il
prezzo del riso, che nella prima metà del 2022 è cresciuto
mediamente del 38 %. L'India è il maggior produttore di riso al
mondo e negli ultimi quattro anni ha visto un incremento
esponenziale dell'export: solo negli ultimi 12 mesi le vendite
sono passate da 1,58 milioni di tonnellate a 2,13 milioni di
tonnellate del mese scorso. L'aumento ha riguardato
soprattutto le rotture di riso, passate dall'1,3% per del 2019
al 23% di quest'anno. "Molti importatori come la Cina", ha detto
Pandey "hanno scelto di sostituirle al mais per la crescita dei
prezzi dei cereali". Delhi teme che, per la scarsità di pioggia
in stati come il Bengala occidentale, il Bihar e l'Uttar
Pradesh, tra i maggiori produttori di riso , il raccolto totale
di quest'anno possa scendere fino a 12 milioni di tonnellate.
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