Verranno sottoposti nel 2022 all'Agenzia Europea del Farmaco (EMA) i dati per avviare l'iter di approvazione del primo trattamento specifico per la cura di una rarissima infezione dell'occhio, la cheratite da Acanthamoeba, malattia che può portare alla cecità, al trapianto di cornea, fino ad arrivare alla perdita dell'occhio. Ha completato la fase più avanzata del percorso di sperimentazione la terapia sviluppata da SIFI e basata sulla polihexanide, un antibatterico in grado di sopprimere il parassita dell'Acanthamoeba.
Questo microrganismo si trova comunemente nell'acqua, sia in quella della rete domestica, sia in quella delle piscine, e può, benché raramente, trasmettersi ai portatori di lenti a contatto, qualora manchi la dovuta attenzione nella manipolazione. Si stimano, infatti, un caso su ogni 21.000 utilizzatori di lenti: numeri 'piccoli' ma le cui conseguenze possono essere molto gravi.
La fase 3 dello studio, che era stata avviata nel 2017, ha confermato efficacia, sicurezza e tollerabilità della monoterapia a base di polihexanide, molecola in grado di inserirsi nella membrana cellulare del microrganismo, bloccandone la replicazione. Questi risultati consentiranno a SIFI, azienda farmaceutica italiana leader nel campo dell'oftalmologia, di poter avviare nei prossimi mesi l'iter autorizzativo accelerato presso l'Ema e la Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti, così da garantire nel minor tempo possibile la disponibilità di una terapia adeguata.
"Questa malattia - spiega il presidente e ceo di Sifi, Fabrizio Chines - è stata finora oggetto di scarsa considerazione in ambito clinico e farmacologico. Pertanto, i risultati rappresentano un punto di svolta nel nostro continuo impegno per fornire un trattamento adeguato ai pazienti colpiti da questa grave, seppur rara, infezione della cornea".
In collaborazione con:
Sifi