ROMA - Hanno un rischio maggiore del 50% rispetto agli uomini di sviluppare complicanze gravi, come quelle legate alle malattie cardiovascolari, eppure si curano molto di meno di quanto faccia la popolazione maschile, con un 'peso' economico sul Sistema sanitario nazionale inferiore di oltre il 20%. Sono gli oltre due milioni di donne italiane affette da diabete e sulle quali, afferma il presidente della Società italiana di diabetologia (Sid) Giorgio Sesti, "sono in particolare puntati i riflettori della Giornata mondiale del diabete 2017 che si celebra il 14 novembre".
Istituita nel 1991 dall'International Diabetes Federation e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, la Giornata mondiale in Italia viene organizzata dal 2002 per sensibilizzare e informare l'opinione pubblica su questa malattia. Titolo dell'edizione 2017 è, appunto, 'Diabete e donne'. Si tratta, spiega Sesti, "di un problema crescente: le donne diabetiche in Italia sono infatti oltre 2 milioni su un totale di 3,5 milioni di diabetici. Ma a questi numeri si aggiungono 1 mln di persone malate ma che non sanno di avere il diabete ed altri 3 mln che presentano una condizione di pre-diabete e che quindi svilupperanno presumibilmente la malattia nell'arco di 5 anni. Sono quindi 8 mln le persone a rischio solo in Italia, mentre nel mondo si contano ormai oltre 460 mln di malati. Cifre 'astronomiche'". Ma proprio le donne, avverte, "rappresentano in un certo senso 'l'emergenza delle emergenze': hanno un rischio doppio di complicanze cardiovascolari e anche microvascolari, ovvero legate a gravi danni a occhi e reni. Eppure le donne si curano meno, e quelle diabetiche fanno registrare meno visite, controlli e ricoveri". A evidenziare tale realtà è proprio il dato relativo ai ricoveri ospedalieri per diabete: "Le donne fanno registrare il 21% in meno di ricoveri, mentre la spesa media per paziente ricoverato donna è inferiore del 16%. Questo vuol dire che le donne sono sottoposte a minori accertamenti diagnostici, pur non essendo la loro malattia meno grave". Ma come si spiega tutto questo? "E' un dato da interpretare e studiare. Ad ogni modo - rileva Sesti - da un lato pesa sicuramente una 'questione caratteriale e sociale', per cui le donne sono spesso portate a sottovalutare i propri problemi di salute dando la 'precedenza' alla cura della famiglia, ma dall'altro potrebbe anche esserci un oggettivo problema di barriera all'accesso alle cure". Altra priorità, sottolinea, "è quella legata al diabete gestazionale che insorge in gravidanza, rilevato nel 10% delle gestazioni: se non curato, può avere effetti gravi. Per questo, l'invito alle donne è di fare sempre lo screening specifico della curva da carico, che è anche rimborsato dal Servizio sanitario". E per sensibilizzare maggiormente la popolazione femminile, la Sid sta mettendo in campo una serie di incontri in occasione della Giornata mondiale e sta lavorando a piattaforme informative ad hoc su internet o attraverso app. Sempre per rafforzare la prevenzione, annuncia Sesti, "è stato siglato inoltre un accordo con Federfarma per cui sarà possibile, durante un'intera settimana a cavallo della Giornata mondiale, effettuare nelle farmacie di tutta Italia lo screening per il diabete". In arrivo infine milioni di copie di tre decaloghi per la prevenzione, lo screening e la cura del diabete: saranno distribuiti per la Giornata mondiale e saranno disponibili nei Centri di cura per il diabete.
In collaborazione con: