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Covid: un gruppo No Green Pass su due vende certificati fake

Studio Mesit-Tor Vergata su fenomeni Telegram e Facebook

ROMA ANSAcom

Sempre più persone su Telegram seguono i canali o i gruppi No Vax: +480% negli ultimi cinque mesi. Ed esplodono le pagine col nome “Dittatura sanitaria” o “Guerrieri”. Questa è anche la principale piattaforma di comunicazione dei No Green Pass, con 660mila utenti contrari al certificato (190mila, invece, sono su Facebook). Sono 49 i canali o gruppi Telegram contrari al Green Pass e quasi uno su due (45%) si occupa di vendere certificati falsi. Un canale o gruppo su tre, invece, si occupa di organizzare manifestazioni e proteste (29%). Non manca un 8% di canali che segnalano locali, ristoranti o esercizi commerciali che non chiedono la certificazione. È quanto emerge dal secondo rapporto su Fake News e Vaccinazione Covid -19 realizzato dalla Fondazione Mesit-Medicina Sociale e Innovazione Tecnologica. Lo studio, realizzato in collaborazione con l’Eehta del Ceis di Tor Vergata, il Crispel-Università di Roma Tre e da Reputation Manager, è stato presentato durante il convegno annuale del network PreSa.

Il lavoro ha rilevato che a fine novembre 2021 su Facebook e Telegram ci sono stati più di 1,2 milioni di utenti che seguono pagine, canali o gruppi a tema vaccini. Di questi, il 58% (cioè 703 mila utenti) segue canali di diffusione di teorie dichiaratamente No Vax. Tra maggio e novembre 2021, il numero di utenti con orientamento No Vax nei confronti dei vaccini contro il Covid-19 è più che raddoppiato, crescendo del 130% in sei mesi: a fine novembre sono 358 mila. L’analisi ha inoltre rilevato 194 pagine e gruppi su Facebook dedicati ai vaccini, per un totale di 830mila iscritti (+17% da maggio a novembre 2021). Nel periodo in esame, crescono gli utenti che seguono pagine o gruppi con orientamento No Vax: l’aggiornamento ne ha rilevati 471 mila (+13% da maggio a novembre). In crescita (+8%) anche gli utenti Facebook follower di pagine No Vax nei confronti dei vaccini contro il Covid-19 (126 mila).

I contenuti potenzialmente fake relativi ai vaccini Covid-19 che riguardano la pericolosità degli effetti avversi sono in netta crescita (+49%) e ora rappresentano oltre il 73% del totale analizzato. Emerge che oltre 7 false informazioni su 10 sono relative, ad esempio, a reazioni gravi e decessi post vaccinazione mai documentati, a finti occultamenti di morti da parte di Ema e Aifa oppure alla diffusione di reazioni allergiche e irregolarità mestruali in seguito alla vaccinazione. La natura sperimentale del vaccino (12,1% delle conversazioni potenzialmente fake) è la seconda categoria più popolata.

In collaborazione con:
Mesit

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