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Dopo Covid, medicina sociale punta su innovazione e diritti

Dalla pandemia insegnamenti che possono essere messi a sistema

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La pandemia è stata una tragedia, ma anche una straordinario acceleratore di cambiamenti, spesso positivi: innovazioni scientifiche e produttive che hanno consentito, per esempio, di ottenere vaccini a tempi di record, ma anche pratiche finalizzate a garantire i diritti dei cittadini tutelando allo stesso tempo la salute durante l’emergenza, come è avvenuto per esempio per il rilascio di certificati di invalidità da parte dell’Inps rinunciando alla visita in presenza. Alla sfida di stabilizzare e far convivere questi percorsi virtuosi è stato dedicato il convegno ‘La medicina sociale in evoluzione: tra innovazione, nuovi bisogni e tutela della disabilità’, organizzata dalla Fondazione Mesit con il supporto del network editoriale PreSa - Prevenzione Salute e il supporto non condizionante di Sanofi.
“La pandemia ci sta consegnando una sanità che va su un doppio binario: da un lato il binario dell’innovazione, della ricerca avanzata, delle terapie innovative, come dimostra l’esperienza dei vaccini contro Covid-19, che ci ha permesso in tempi rapidissimi di arginare lo tsunami pandemico. Dall’altro, il tema della tutela dei diritti, soprattutto le tutele della disabilità. La sfida che ci attende, oggi, è comprendere quanto l’innovazione e l’accesso tempestivo alla stessa possa ridurre l’impatto sulla disabilità, specie per quanto riguarda i malati cronici”, dice Marco Trabucco Aurilio, membro della Fondazione Mesit e coordinatore scientifico PreSa. “Si pensi per esempio alla presa in carico di un malato raro: quanto la presa in carico rapida possa essere determinante per non farlo convivere con la disabilità per tutta la vita oppure, per molti bambini, avere salva la vita stessa”.
Da questo punto di vista, l’approccio della medicina sociale si inserisce a pieno nello scenario attuale: “sposando il concetto di One Health evoluto in quello di Planetary Health, dimostra di aver colto a pieno le nuove esigenze di salute su cui si giocherà il nostro futuro e quello dei nostri figli”, ha detto Marcella Marletta, presidente Aistom, consigliere della Federazione della Associazioni Volontariato Oncologico e coordinatore del Comitato scientifico della Fondazione Mesit.
Per la Fondazione, lo sviluppo di nuovi farmaci e dispositivi medici può rappresentare una svolta davvero significativa nella cura dei pazienti: per questo ha annunciato la prossima costituzione di un gruppo di lavoro dedicato al tema della competitività e dell’innovazione, formato dai massimi esperti del settore, per contribuire alla definizione della nuova governance del settore farmaceutico e dei dispositivi medici, con l’ambizione di diventare strumento di supporto per il mondo produttivo per le istituzioni nazionali.  
«L’accesso al più alto grado possibile di salute è un obiettivo di estrema importanza: una sfida per il futuro delle nuove generazioni che presuppone la partecipazione di molti altri settori strategici oltre quello sanitario”, ha detto Francesco Saverio Mennini docente alla Facoltà di Economia dell’Università di Roma “Tor Vergata” e presidente SiHTA.
“Negli ultimi 15-20 anni - ha ricordato Mennini - si è fatto ricorso a strumenti di carattere emergenziale senza una corretta pianificazione. Mentre oggi, dopo il periodo della pandemia, sembrano proprio essersi creati i presupposti per garantire un “nuovo Rinascimento” del nostro sistema sanitario”.

In collaborazione con:
Ep Congressi

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