(ANSA) - ROMA, 04 MAG - Il ricovero e la mortalità a causa
del Covid-19 in pazienti anziani nei reparti ospedalieri ha
visto "una drastica riduzione nei mesi di marzo e aprile" e
questo mostra che "la strategia vaccinale funziona, perché
permette di creare una bolla di protezione". Il presidente della
Società Italiana di Geriatria e Gerontologia (Sigg), Francesco
Landi, commenta così all'ANSA quanto emerso dall'aggiornamento
del report sulla 'Sorveglianza delle strutture residenziali
socio-sanitarie nell'emergenza Covid-19', realizzato
dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss), a cui hanno partecipato
842 strutture.
Dall'aggiornamento Iss è emerso che nel mese di novembre 2020
l'incidenza settimanale di Covid ha raggiunto un picco del 3,2%
nelle strutture residenziali per anziani e del 3,1% in tutte le
strutture residenziali, mentre, in controtendenza con il dato
nazionale, nell'ultima settimana di febbraio, nei mesi di marzo
e aprile si raggiungono valori sovrapponibili o inferiori a
quelli registrati nella prima settimana di ottobre (0,4% nelle
strutture residenziali per anziani e del 0,3% in tutte le
strutture residenziali nella settimana dal 19 al 25 aprile
2021). Uno dei contesti maggiormente colpiti dall'epidemia, le
residenze sanitarie sono state inserite come prioritarie nel
Piano per la Vaccinazione e, secondo i dati del ministero della
Salute, sono oltre 658.000 gli ospiti che hanno ricevuto almeno
una dose dal 27 dicembre a oggi.
Il rapporto Iss, spiega Landi, docente di Geriatria
dell'Università Cattolica, "conferma quello che vediamo nei
reparti ospedalieri. L'andamento demografico dei casi gravi è
molto cambiato negli ultimi mesi. Fino a novembre, dicembre e
gennaio l'età media dei pazienti ricoverati in reparto e in
terapia intensiva era molto alta e ampiamente sopra gli 80 anni,
con una grande percentuale di persone provenienti da strutture
residenziali. Da marzo-aprile in poi, c'è stata un drastica
riduzione dell'età e dei ricoveri provenienti dalle Rsa,
strutture che sono diventate come 'bolle' in cui pazienti e
operatori sanitari sono ora quasi tutti vaccinati. Cioè si è
creata una situazione di protezione reciproca". Questi dati,
conclude, "devono spingere a una vaccinazione rapida su tutta la
popolazione, anche nelle categorie che hanno in genere
conseguenze meno gravi ma sono fonte di diffusione del contagio.
Ovvero dobbiamo ora iniziare a vaccinare anche i giovani".
(ANSA).
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