A febbraio in Italia sono state immatricolate 147.094 auto, il 12,8% in più dello stesso mese del 2023. Nei primi due mesi dell'anno le immatricolazioni sono state in tutto 289.103, con una crescita dell'11,7% sullo stesso periodo del 2023. I dati sono del ministero dei Trasporti.
Stellantis fa meglio del mercato complessivo in Italia con 48.747 immatricolazioni di auto a febbraio, il 17,3% in più dello stesso mese del 2023. La quota di mercato sale dal 31,8% al 33,1%. Nei primi due mesi del 2024: le immatricolazioni del gruppo sono state 98.083, il 15,3% in più dello stesso periodo del 2023 e una quota di mercato in aumento dal 32,8% al 33,9%.
"La crescita di febbraio rispetto allo stesso mese del 2023 è dovuta a diversi fattori. Il primo è il giorno lavorativo in più per l'anno bisestile. Il secondo è l'effetto positivo degli incentivi in vigore da gennaio per le auto con emissioni di CO2 da 61 a 135 grammi al chilometro che hanno visto lo stanziamento di 120 milioni esaurirsi in un batter d'occhio. Il terzo fattore è un aumento delle immatricolazioni di auto da destinare al mercato delle chilometri zero e tra queste molte auto elettriche di difficile vendita. Un quarto fattore, infine, è il fatto che gli acquirenti che non hanno bisogno di incentivi stanno, lentamente ma con continuità, recuperando il forte calo dei primi anni post-crisi". Lo afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor. "Non stanno invece rispondendo all'appello della ripresa - osserva - i potenziali acquirenti di auto con emissioni di CO2 da 0 a 20 grammi al chilometro e con emissioni di CO2 da 21 a 60 grammi al chilometro. Da gennaio sono già disponibili incentivi anche per queste auto, ma l'utilizzazione degli stanziamenti è stata del tutto insignificante perché i potenziali acquirenti attendono i ben più consistenti incentivi annunciati dal governo e per i quali al momento non si hanno notizie affidabili sulla possibile data di entrata in vigore". Dall'inchiesta congiunturale mensile sul mercato dell'auto condotta sui concessionari a fine febbraio emerge che il principale fattore di freno del mercato dell'auto è l'incertezza sul tipo di auto da acquistare dovuta alle misure adottate dalla Ue per la transizione energetica in atto. Seguono tra i fattori di freno delle vendite le preoccupazioni per il quadro economico e per i prezzi elevati raggiunti dalle auto. I concessionari sono comunque moderatamente ottimisti per lo sviluppo del mercato nei prossimi mesi. Il 33% degli interpellati ritiene che le vendite aumenteranno, mentre il 49% si attende stabilità sui livelli attuali e il 18% prevede un calo".
"Stiamo aspettando la pubblicazione del Dpcm che renderà operativi i nuovi incentivi 2024, la cui entrata in vigore ormai annunciata da mesi sta generando una paralisi delle vendite di auto a zero o bassissime emissioni.
Come più volte ribadito, auspichiamo che gli incentivi siano dunque pienamente operativi quanto prima, per scongiurare il protrarsi ulteriore di questo negativo effetto attesa". Lo sottolinea il presidente dell'Unrae Michele Crisci. "Ciò è visibile anche dai risultati delle immatricolazioni di auto Bev e Phev. Seppure in rialzo rispetto a gennaio, a febbraio le Bev si fermano a quota 3,4% e le Phev al 3,2% del totale mercato.
Riguardo al nuovo schema apprezziamo che siano state accolte molte delle richieste dell'Unrae, come l'innalzamento degli incentivi unitari e l'inclusione delle persone giuridiche con bonus ad importo pieno; ma per contribuire ad un effettivo slancio dell'elettrico è necessario eliminare il price-cap sulla fascia 0-20 g/Km, o quantomeno allinearlo a quello della fascia 21-60 g/Km. La possibilità di ottenere il bonus per l'acquisto di auto elettriche che rientrano in quel tetto di prezzo esclude di fatto dall'incentivo le imprese che utilizzano principalmente vetture di fascia superiore, in evidente contraddizione rispetto all'obiettivo della decarbonizzazione. Si tratta di aspetti che speriamo vengano corretti prima della pubblicazione del Dpcm".
Per riallineare la distribuzione dei fondi ai nuovi importi unitari, l'UNRAE si augura inoltre che quelli avanzati nel 2023 vengano in corso d'anno allocati sulla fascia 0-20 g/Km, mentre per il futuro auspichiamo da subito una pianificazione degli incentivi con un orizzonte di 2/3 anni, per consentire a consumatori e imprese di programmare gli acquisti e per evitare che lo stop & go generi il solito effetto distorsivo sul mercato.
Crisci richiama l'urgenza di intervenire sulla fiscalità delle auto aziendali in uso promiscuo (agendo su detraibilità IVA e deducibilità dei costi in funzione delle emissioni di CO2 e riducendo il periodo di ammortamento a 3 anni), attraverso i decreti attuativi della Delega fiscale.
"Nel secondo mese del 2024 il mercato auto italiano mantiene segno positivo (+12,8%) anche considerando un giorno lavorativo in più rispetto a febbraio 2023 (21 giorni contro 20). Mentre proseguono le attività del Tavolo Sviluppo Automotive al Mimit, si attende il Dpcm che darà attuazione ai nuovi incentivi. Auspichiamo che la pubblicazione del Decreto sia quanto più possibile rapida, per evitare il prolungarsi dell''effetto attesa' sul mercato e di un clima di incertezza tra consumatori e imprese, nonché per vedere presto gli effetti di un ecobonus più attrattivo rispetto al precedente". Lo afferma Roberto Vavassori, presidente dell'Anfia,
"Certamente a supporto della domanda e dell'accelerazione dei ritmi di rinnovo del parco circolante, la misura dovrebbe soprattutto giocare da traino nell'adozione delle nuove tecnologie, anche grazie all'apertura del bonus a tutte le aziende, in particolare favorendo l'ulteriore diffusione delle auto a basse o nulle emissioni locali di CO2" osserva Vavassori.
Il provvedimento sui nuovi incentivi "tarda a essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e conseguentemente a diventare operativo sulla piattaforma Invitalia, con le inevitabili ricadute sui flussi delle vendite e delle immatricolazioni. È necessario colmare al più presto questo gap poiché il mercato, soprattutto sul fronte elettrico e plug-in, è entrato in una fase di profondo stallo". Lo afferma Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto.
"La sfida per accrescere la mobilità green - osserva - resta ancora imbrigliata nelle maglie burocratiche delle amministrazioni competenti, con l'effetto indesiderato di frenare ulteriormente il rinnovo del parco auto, che oltretutto con questi ritmi blandi avrà bisogno di quasi tre decenni per un efficace ringiovanimento. Come sostenuto in altre occasioni al di là degli incentivi, per una decarbonizzazione sostenibile e realizzabile è centrale un intervento strutturale innovativo sul fronte della fiscalità delle flotte aziendali, declinato sugli aspetti della detraibilità dell'Iva, della deducibilità dei costi e della tassazione dei fringe benefit. Tale azione dovrebbe essere tra le priorità del Governo, così da generare una leva efficacissima e soprattutto stabile nel tempo per un'azione decisa sul rinnovo del parco, con effetti tangibili positivi anche sul mercato dell'usato".
A febbraio le vetture elettriche plug-in soffrono l'attesa del nuovo piano incentivi statali, registrando rispettivamente un magro +1,8% e -16,4%; anche a livello cumulato l'andamento è sfavorevole nell'ordine del -4,3% e -25,1%. Le vetture a benzina e ibride elettriche continuano, invece, a incontrare le preferenze dei nuovi acquisti, segnando nel mese una crescita del +33,4% (+30% da inizio anno) le prime e del +16% (+15,2% da inizio anno) le seconde. Anche il Gpl si attesa su +8,3% e +13,1% nel primo bimestre dell'anno. Continua la perdita di immatricolazioni delle vetture diesel (-12,7%) mentre quelle a metano sebbene positive (+39%) totalizzano a febbraio circa 350 unità. Le quote di mercato sono così suddivise: ibrido elettrico 37,8%, benzina 31,2%, diesel 14,5%, Gpl 9,7%, elettrico 3,4%, plug-in 3,2%, metano 0,2%.
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