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Ferrara, Zeros and ones, la pandemia in spy movie

Debutta in prima mondiale a Locarno. Poi film su Padre Pio

Roma ANSAcom

Classici come Casablanca e i film di Melville, sono fra i primi riferimenti a cui pensa Abel Ferrara per quello che definisce “uno spy movie da tempo di guerra”: Zeros and ones, girato in stile cinema verité con la fotografia di Sean Price Williams, in una Roma notturna deserta (la città dove da sette anni ha deciso di vivere), all’inizio della pandemia. Il film, presentato in anteprima mondiale a Locarno dov’è nel concorso internazionale, nasce da un suo diario scritto durante la pandemia: “Avevo veramente voglia di girare un film in quel periodo. Ho 70 anni, un’età a rischio con questo virus. Ho messo sempre a rischio la mia vita ma adesso voglio vivere”.
Mattatore è Ethan Hawke nel doppio ruolo di un soldato americano, JJ e del suo fratello gemello rivoluzionario del quale non si hanno più notizie. Tornato in una Roma deserta e sotto assedio, tra mascherine, igienizzazioni ed esercito per strada, il militare si immerge in una lunga notte tra piani di rivoluzioni, oligarchi russi, preghiere cattoliche e musulmane, con sullo sfondo la presenza costante del Vaticano che il regista, in una sequenza tra realtà e sogno, rende anche bersaglio: “E’ come il World Trade Center, un simbolo, può essere visto come un nemico, perché è un’entità politica”.
Nel cast anche Cristina Chiriac (la compagna del regista, nel film appare anche la loro figlia bambina, Anna Ferrara), Phil Neilson, Valerio Mastandrea (“un amico, aveva già recitato per me in Pasolini, posso chiamarlo a qualunque ora per parlargli di un personaggio”), Dounia Sichov, Babak Karimi, Korlan Madi, Mahmut Sifa Erkaya. “Il film si chiede chi siano gli amici e chi i nemici - spiega -. Si riflette il mondo di oggi. Ora la battaglia non è più contro il terrorismo o tra America e Cina, ma fra chi ha il vaccino e chi non ce l’ha”. Il film si apre con un originale messaggio di Ethan Hawke fuori dal personaggio, che spiega come volesse lavorare da anni con Ferrara: “Avevamo provato altre volte, lui è uno spirito libero, ci intendiamo”. Per il prossimo film Ferrara resterà in Italia: “Sarà su Padre Pio. Mi concentrerò su quando a San Giovanni Rotondo, ci fu un massacro (nel 1920, ndr), quando lui era un giovane monaco, un periodo nel quale per la prima volta sono apparse le stimmate. Ad interpretarlo sarà Shia Labeouf"
Il regista continua “a credere nei film e nel cinema" e non esclude in futuro di poter lavorare con una piattaforma streaming: "Se vogliono finanziarmi, lasciandomi il controllo artistico non avrei problemi". Anche per una serie? "Non si può mai dire, mi piacciono i racconti lunghi come Scene da un matrimonio e Berlin Alexanderplatz... potrei pensare a qualcosa del genere".

In collaborazione con:
Locarno Film Festival

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