(ANSA) - NAPOLI, 29 MAR - La curva, da percorrere in pieno,
avversari alle spalle, in onore di Pietro.
Per ricordare quei venti secondi scarsi, 40 anni fa,
all'Universiade di Città del Messico. Il frammento di storia più
significativo dello sport italiano.
"Sarebbe un sogno solo avvicinarmi a quello che ha fatto Mennea,
un qualcosa di storico. Il tempo, 19.72, è tuttora il record
europeo sui 200 metri, a sottolineare la grandezza di quella
gara. E l'Universiade è davvero un evento straordinario, dove si
mettono in gioco i migliori al mondo, mi piacerebbe correre per
il mio Paese". Filippo Tortu è il viso, assieme a Gianmarco
Tamberi, oltre che le gambe, dell'atletica italiana. E anche la
speranza di grandezza, dopo anni di assenza di fuoriclasse nello
sprint nel movimento azzurro.
Il baricentro della sua stagione sono i Mondiali di Doha, in
Qatar, a fine settembre. E quindi potrebbe esserci lo spazio, il
ritaglio per scatti e lunghi sospiri all'Universiade di Napoli,
dal 3 al 14 luglio. I cento metri, i 200: Tortu uno dei totem
della delegazione italiana, con la prospettiva di una doppia
medaglia d'oro, trascinando l'Italia nel medagliere come un
altro gigante dello sport italiano, Gregorio Paltrinieri, due
anni fa all'Universiade di Taipei, sul gradino più alto del
podio negli 800 e 1500 stile libero.
"Non sarà facile esserci, in quel periodo c'è la preparazione
per i Mondiali di Doha, in Qatar. Ma farò di tutto per
partecipare, per vincere, per esserci". Anche perché Pietro
Mennea, il principe dell'Universiade messicana, è sul rettilineo
del suo destino. Anche negli studi universitari, iniziati alla
Luiss di Roma, proprio con una borsa di studio che portava il
nome del fenomeno barlettano. Le corse, gli allenamenti, i
viaggi, i libri. Complessi gli incastri, "non è semplice
conciliare sport e studi, ma tanti ragazzi lavorano e studiano
assieme per mantenersi - spiega il velocista italiano - e posso
riuscirci tranquillamente anche io, tra allenamenti, pranzi, lo
studio c'è nella prima parte del pomeriggio, tra allunghi,
corse, massaggi".
E poi c'è la staffetta nel tempo in pista. Con Tortu che si è
addirittura permesso di sfilare un primato a Mennea, sui 100
metri, il primo italiano sotto i dieci secondi, la soglia
dell'onnipotenza. Ma ora viene la parte più difficile,
avvicinarsi ai tempi di Mennea sui 200 metri - record mondiale
imbattuto per 16 anni, nove mesi, 11 giorni, fino al 19.66 di
Michael Johnson ai Giochi olimpici di Atlanta 1996 - dopo il
20.34, fissato al Golden Gala, a Roma, due anni fa. E il sogno è
cominciare a scrivere la storia a Napoli. (ANSA).