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Russo Alesi ripropone la denuncia di Eduardo

Dal San Ferdinando a Napoli in tour "L'arte della commedia"

(ANSA) - ROMA, 27 FEB - Si parla della grande magia che è il teatro in questo ''Arte della commedia'' di Eduardo De Filippo, e ciò pare affascinare il pubblico, specie quello più giovane, che nelle oltre due ore e mezzo di spettacolo abbiamo visto applaudire spesso e diventare calorosissimo con gli interpreti di questa messinscena prodotta da Ellediffe e dallo Stabile napoletano. Con la regia di Fausto Russo Alesi, anche nei panni del capocomico Oreste Campese, proposto al Teatro San Ferdinando, quello che fu proprio di Eduardo, lo spettacolo sarà in tournee, con prime tappe dal 15 marzo.
    Forse a affascinare i più giovani è proprio quella parte che ai primi critici, nel 1965, apparve un poco didascalica, in cui Eduardo, attraverso il suo capocomico se la prende con la storica persecuzione degli attori e la poca attenzione della politica al teatro. Ed è nella denuncia insita nell'affrontare questi temi, l'attualità di questo lavoro, raramente rappresentato, davanti alla crisi odierna, acuita dagli anni della pandemia.
    C'è un carrozzone dei comici simbolicamente andato a fuoco e il mite Campese che si reca dal Prefetto De Caro appena insediato per chiedere un aiuto e trova udienza perché ''gli attori suon brava gente che fa perder tempo ma anche guadagnare un po' di buonumore''. Inizia così una chiacchierata che diventa presto un confronto, allargandosi dalla funzione sociale del teatro, alla società di cui è specchio, alla verità dei suoi bisogni, perché tra il gioco delle apparenze, della recita, e quello della vita spesso le differenze sembra finiscano per annullarsi. Un testo che deve molto a Pirandello e una regia che punta proprio sulla teatralità, in tutti i sensi, di questo testo, non solo aggiungendo la figura di un attrezzista che recita più o meno le didascalie, ma soprattutto lavorando davvero molto sugli attori e la dizione, che è incisiva, esemplare, e gioca sul limite tra il ricordare che si sta recitando e la necessaria naturalezza e credibilità. Comunque tanti applausi per l'impegno degli interpreti, a partire dall'appassionato e subdolo Campese di Russo Alesi, che è anche l'agitato parroco col suo dramma, alla verità dello sconcertato e inquisitorio prefetto di Alex Cendron. (ANSA).
   

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