"Noi abbiamo semplicemente detto che
ci sono queste due macro criticità" ovvero l'imposizione da
parte di "volontari" dell'"ascolto del battito fetale" e "la
promessa di sostegni economici o beni di consumo", ma poi
"dovranno verificarle le strutture di riferimento, se vorranno.
Se poi ci diciamo che il Centro ha detto una fake news e che
sono tutti racconti e falsità, allora ognuno è libero di
interpretarlo come vuole". Così all'ANSA la presidente
dell'associazione Centro donne contro la violenza di Aosta, Anna
Ventriglia. Le segnalazioni di questo tipo ricevute, spiega,
"sono tre o quattro", ma non vuole entrare nel dettaglio: "Non
tocca a me dire da parte di chi venivano fatte queste richieste,
io ho fatto questa segnalazione, in più noi siamo protette
dall'anonimato, dalla riservatezza delle donne".
Usl e Regione Valle d'Aosta hanno dichiarato di non essere a
conoscenza dei casi, segnalati dall'associazione in una nota, di
"donne che, giunte in presidi sanitari pubblici del territorio
regionale per accedere all'interruzione volontaria di
gravidanza, sono state negli stessi luoghi sottoposte a indebite
interferenze e pressioni da parte di volontari". Inoltre il
Movimento per la vita - Centro di aiuto alla vita di Aosta ha
precisato "che non svolge attività presso presidi sanitari
pubblici del territorio regionale". "Dato che l'Usl - replica
Ventriglia - dice che non ci sono state segnalazioni allora le
nostre donne dicono il falso? Però delle segnalazioni a noi sono
arrivate, l'unico modo per gestire determinate situazioni è
parlarne".
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