Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Casinò: C.conti, non in gioco Autonomia

Casinò: C.conti, non in gioco Autonomia

'140 milioni perseguono obiettivo ludico non pubblico'

AOSTA, 26 maggio 2018, 15:06

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Non ha convinto il giudice designato Alessandra Olessina la tesi di alcune difese che - contestando il difetto di giurisdizione della Corte dei conti - hanno sostenuto che i 140 milioni di euro erogati alla casa da gioco di Saint-Vincent sono stati "una scelta consapevole di indirizzo politico-amministrativo volto a perseguire un obiettivo di interesse pubblico - il mantenimento dell'attività del Casinò - riconosciuto come tale dalla Regione autonoma Valle d'Aosta fin dal momento dell'assunzione dell'autonomia politico-amministrativa a conclusione della seconda guerra mondiale".

Secondo gli avvocati, "trattandosi di scelte di livello politico", si "sottrarrebbero alla valutazione della Corte dei conti". Una lettura che al magistrato "non appare convincente": gli atti contestati dalla procura sono infatti "squisitamente amministrativi, di gestione diretta e concreta della 'cosa pubblica', e non" atti "d'indirizzo politico" a "tutela dei supremi interessi dello Stato o, nel caso di specie, della Regione".

"A tali interessi supremi, del resto, non appare - scrive il giudice - riconducibile la gestione di un Casinò, che è finalizzata al perseguimento di un fine ludico, seppure per ragioni turistico-economiche".

Neppure, secondo il giudice, possono essere considerati atti di "alta amministrazione". In ogni caso la "discrezionalità" che caratterizza questo tipo di atti "non è assoluta libertà di agire, bensì rappresenta per l'organo pubblico solo la facoltà di scelta tra più possibili provvedimenti, che deve comunque essere operata in relazione al concreto interesse pubblico per la cui realizzazione il potere è stato conferito". Secondo le sezioni unite della Corte di Cassazione, infatti, l'insindacabilità "non priva la Corte dei conti della possibilità di accertare la conformità alla legge dell'attività amministrativa".


Corte conti, non c'è insindacabilità per consiglieri - Il giudice designato Alessandra Olessina stronca la tesi della insindacabilità dell'azione dei 21 consiglieri ed ex consiglieri citati a giudizio dalla procura contabile per i 140 milioni di euro di finanziamenti pubblici al Casinò di Saint-Vincent. Nell'ordinanza di 86 pagine che sostanzialmente conferma il sequestro di beni e conti corrente scattato il 7 marzo scorso, il giudice scrive che la "prospettazione" di alcune difese "non appare convincente".
Secondo la "giurisprudenza costituzionale", infatti, "l'ambito di estensione dell'insindacabilità" è idoneo "a coprire le funzioni amministrative attribuite al Consiglio regionale in via immediata ed esclusiva dalla Costituzione e da leggi dello Stato. Non sono, per contro, coperte dall'immunità eventuali altre funzioni amministrative attribuite al Consiglio dalla normativa regionale". In questo senso "gli atti di erogazione finanziaria qui contestati e sottoposti a sindacato giurisdizionale costituiscono" una "funzione amministrativa pura, esercitata in concreta attuazione di atti di normativa regionale".

I sequestri riguardano Mauro Baccega (7,2 milioni di euro è il danno contestatogli), Luca Bianchi (4,4), Joel Farcoz (4,4), David Follien (3,3), Giuseppe Isabellon (13,3), Aurelio Marguerettaz (17,2), Marilena Peaquin (3,3), Ego Perron (6,1), Augusto Rollandin (17,2), Renzo Testolin(4,4) - difesi dagli avvocati Gianni Maria Saracco e Carlo Emanuele Gallo -, Ennio Pastoret (10) - assistito da Donatella Locatelli e Fabrizio Callà - Raimondo Donzel (2,8) - difeso dai legali Domenico Palmas e Ascanio Donadio -, André Laniece (3,3), Emily Rini (6,1) - assistiti da Stefano Marchesini -, Albert Lanièce (10) - difeso dagli avvocati Massimo Balì e Luigi Busso -, Antonio Fosson (7,2) - assistito da Massimiliano Sciulli -, Stefano Borrello (3,3), Leonardo La Torre (3,3), Pierluigi Marquis (4,4 mln), Claudio Restano (3,3), Marco Viérin (4,4), difesi dai legali Jacques Fosson e Massimiliano Sciulli.


Fondi da politici consapevoli difficoltà - Consiglieri regionali e membri della Giunta avevano "piena consapevolezza" della "evidente e perdurante situazione di grave difficoltà economica-finanziario-contabile" del Casinò di Saint-Vincent quando, tra il 2012 e il 2015, hanno posto "in essere plurime erogazioni finanziarie di ingente quantità" a favore della casa da gioco. Lo scrive il giudice designato Alessandra Olessina nell'ordinanza che sostanzialmente conferma il decreto di sequestro preventivo di immobili e conti a 21 consiglieri ed ex consiglieri regionali.

Secondo il magistrato, "il quadro ordinamentale nazionale e regionale di riferimento imponeva di conformare l'agire pubblico ai generali ed imperativi principi costituzionali e legislativi di economicità, efficacia, efficienza, equilibrio di bilancio, nonché di verificare la compatibilità dell'agire istesso alle singole prescrizioni di legge, nel settore specifico di riferimento, sotto il profilo delle modalità e delle entità dei finanziamenti consentiti".
L'imputazione della procura risulta "ragionevole" sotto "il profilo del nesso di casualità" perché ai 21 politici "sono riconducibili, attraverso il voto espresso dei relativi provvedimenti amministrativi, le decisioni relative alle plurime erogazioni finanziarie".

Secondo il giudice Olessina, "nell'ottica della verifica del 'fumus boni iuris', appaiono quindi sufficientemente connotati i fatti materiali contestati dalla procura", pur ricordando che l'"esame completo è riservato al giudizio di merito di fronte al Collegio giudicante" (udienza fissata il prossimo 27 giugno).


La Torre pronto a cauzione da 3,3 mln - L'ex consigliere regionale Leonardo La Torre è pronto a versare una cauzione da 3 milioni e 333 mila euro (corrispondente al danno contestatogli) per far revocare il sequestro conservativo sui suoi beni e sui suoi conti, scattato nell'ambito dell'inchiesta della Corte dei conti sui 140 milioni di euro erogati al Casinò di Saint-Vincent tra il 2012 e il 2015.

La richiesta di La Torre - l'unica di questo tipo tra i 21 consiglieri ed consiglieri citati a giudizio - ai giudici contabili era "in via di estremo subordine", "nella denegata ipotesi in cui" la Corte "non intendesse accogliere i rilevi espressi in ordine alla legittimità del provvedimento di sequestro" e con l'intesa che "la cauzione verrebbe resa operativa contestualmente alla revoca del sequestro operativo". Il giudice Alessandra Olessina ha accolto la richiesta e gli ha concesso fino al 15 giugno 2018 per "il deposito di idonea prova dell'avvenuto versamento della cauzione". Con l'eventuale deposito della documentazione "l'efficacia del decreto" sarebbe "temporaneamente sospesa con decreto del giudice designato".

L'ordinanza introduce alcune modifiche rispetto all'elenco dei beni e dei conti sequestrati ai 21 politici con il decreto presidenziale eseguito lo scorso 7 marzo. In particolare viene disposta la revoca del sequestro sui beni che sono già stati oggetto di donazione, su quelli che sono stati oggetto di costituzione di fondo patrimoniale, sulle indennità dei parlamentari e sulle loro diarie, sulle polizze di assicurazione vita. Riguardo a indennità e trattamenti previdenziali dei consiglieri regionali, il sequestro viene confermato nei limiti del codice di procedura civile (ovvero su un quinto di quanto corrisposto mensilmente).


   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

Guarda anche

O utilizza