Un piano d'interventi per un
futuro sostenibile della produzione vitivinicola altoatesina: è
l'Agenda 2030 del Consorzio Vini Alto Adige che stabilisce,
spiega il presidente Maximilian Niedermayr, "un programma di
intenti più importante che mai, dopo l'anno più difficile della
recente storia del settore vitivinicolo a causa del Covid e del
lockdown".
"L'Agenda si articola in cinque livelli operativi che
corrispondono ai cinque pilastri su cui poggia il settore
vinicolo, ossia il suolo, i vigneti, il vino, il territorio e le
persone", prosegue Niedermayr. Due risorse essenziali per la
viticoltura sono, ad esempio, il suolo fertile e l'acqua
pulita.L'Agenda prevede di passare a una concimazione
sclusivamente organica, sostituire i materiali sintetici monouso
con materiali biodegradabili, ma anche rilevare, documentare e
ottimizzare il consumo delle risorse idriche.
Nella gestione dei vigneti, sono previste nuove regole
unificate per i trattamenti fitosanitari. "In questo ambito -
aggiunge Niedermayr - gli interventi saranno molto incisivi".
Per esempio, già dal 2023 non si potranno più impiegare erbicidi
sintetici. Un'attenzione particolare sarà rivolta anche alla
biodiversità nei vigneti, che nei prossimi anni promuoveremo con
un apposito vademecum per i viticoltori, e con un premio da
assegnare annualmente al vigneto più ecologico dell'Alto Adige.
Attenzione viene riservata anche alla lotta alle emissioni di
anidride carbonica. "Faremo un rilevamento completo e accurato
delle emissioni di CO2, per individuare misure efficaci con cui
ridurre la nostra impronta sull'effetto serra", assicura il
presidente del Consorzio Vini Alto Adige. Si prevede anche di
redigere un programma specifico di salvaguardia del clima,
elaborando una strategia che aiuti le imprese del settore a
prepararsi meglio alle sfide dei cambiamenti climatici.
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