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Luca Casarini: da leader dei centri sociali e No Global all'azione pro migranti

Luca Casarini: da leader dei centri sociali e No Global all'azione pro migranti

Il 'disobbediente' che sfida Salvini. Chi è il capo missione della nave ong Mediterranea

19 marzo 2019, 17:11

Redazione ANSA

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Luca Casarini in una conferenza stampa sulla nave Mare Jonio in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Luca Casarini in una conferenza stampa sulla nave Mare Jonio in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Luca Casarini in una conferenza stampa sulla nave Mare Jonio in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Luca Casarini è il capo missione della nave della ong Mediterranea. Contro di lui va all'attacco il ministro dell'Interno, Matteo Salvini: "Questa - dice - è la nave dei centri sociali, perché a nome della nave sta parlando Luca Casarini: vedete i precedenti penali del signore che era noto per essere leader dei centri sociali del nord est, con precedenti penali vari".

IL CASO DELLA NAVE MARE JONIO

A bordo, ha aggiunto, "ci sono altri esponenti di sinistra e ultrasinistra, che stanno a mio parere commettendo un reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina perché hanno raccolto questi migranti in acque libiche" mentre "stava intervento una motovedetta libica, non hanno obbedito a nessuna indicazione, hanno autonomamente deciso di dirigere verso l'Italia per motivi evidentemente ed esclusivamente politici, non hanno osservato le indicazioni delle autorità, se ne sono fregati dell'alt della Guardia di finanza".

Leader dei centri sociali del nordest, No Global da sempre, cresciuto a cortei e blitz dimostrativi, e ora capo missione della Mare Jonio - la nave della Ong "Mediterranea Saving Humans" che ha raccolto 49 migranti in difficoltà ed è subito diventata un caso: Luca Casarini è uno che ha fatto della protesta uno stile di vita. Una scelta che, nel corso degli anni, lo ha visto incappare in più di un procedimento per resistenza a pubblico ufficiale e per occupazione di immobile. Proprio per l'occupazione di una casa a Marghera avvenuta nel 2005, il Tribunale di Venezia nel 2017 gli diene tre mesi di domiciliari, ma la Cassazione annullò l'ordinanza.

Veneto, nato a Mestre l'8 maggio 1967, si è avvicinato da ragazzo alla realtà dei centri sociali e al mondo anarchico ed antagonista. Negli anni '80 frequenta prima a Padova il centro sociale "Pedro", poi il "Rivolta" di Porto Marghera. Diploma di perito termotecnico, qualche esame alla facoltà di Scienze Politiche, non termina gli studi universitari e si dedica completamente alla lotta politica.

Come leader dei Disobbedienti organizza e partecipa a proteste contro la base Nato di Vicenza, la guerra in Afghanistan, il primo progetto dei treni ad Alta Velocità, l'Europa. Col crescere dell'attivismo No Global, cresce anche la sua posizione nel movimento anti-globalizzazione, all'interno del quale diventa leader delle cosiddette "Tute Bianche", la frangia più contestatrice.

Il G8 di Genova è uno dei momenti più caldi, in cui ottiene grande visibilità come portavoce dei manifestanti e con la sua "dichiarazione di guerra" contro i potenti del mondo, che fa subito scalpore. Nel 1999 tenta la via della politica e si candida alle elezioni per il sindaco di Padova, portando a casa 1.807 preferenze. Nel primo governo Prodi, viene preso come consulente dall'allora ministro per la Solidarietà Sociale Livia Turco. Nel 2014 si candida al Parlamento Europeo nella lista L'Altra Europa con Tsipras, raccoglie 11 mila preferenze ma non viene eletto.

L'anno dopo entra nella presidenza nazionale di Sel, il partito guidato da Nichi Vendola. E nel 2017 viene eletto segretario regionale in Sicilia sempre con Sel. Negli ultimi mesi ha criticato duramente il decreto sicurezza e le nuove misure su sbarchi e migranti, decidendo di dedicarsi al mondo delle Ong e di entrare nella Mediterranea Saving Humans.

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