Mentre il ddl Cirinnà è approdato in commissione Giustizia alla Camera, Matteo Renzi torna ad attaccare. "Agli opposti estremismi - scrive nella sua Enews - voglio dire che è finito il tempo in cui in Italia qualcuno aveva un diritto di veto, di blocco. Siamo andati avanti sulle riforme anche quando i più ci dicevano di fermarci. A colpi di fiducia? Sì. Anche a colpi di fiducia quando era necessario. Non ci siamo fermati nemmeno alla sacrosanta esigenza di riconoscere diritti alle coppie omosessuali perché sarebbe stato incivile il contrario".
"Come promesso abbiamo dato una forte accelerazione e la legge è finalmente passata in prima lettura al Senato, anche a costo di un voto di fiducia e di polemiche durissime. Siamo abituati alle critiche, ma confesso di essere rimasto molto colpito quando ho visto in un Tg una ragazza omosessuale dire: Oggi è una brutta giornata, perché dopo questa legge sarà peggio di prima. Mi domando fino a che punto possa arrivare il rifiuto della realtà. La legge sulle unioni civili potrà non essere perfetta, ma nessuna legge lo è. Potrà avere dei limiti, è ovvio", scrive il presidente del Consiglio. Il ddl approvato al Senato "segna oggettivamente un grande passo in avanti per i diritti dei cittadini omosessuali e quindi per i diritti degli italiani. Chi dice meglio niente che questa legge vive blindato nella propria ideologia; se invece lo fa - come penso - per ragioni di calcolo politico, auguri", sottolinea Renzi.
Il premier, nella newsletter parla anche di Europa. "L'incontro con Juncker è stato una buona occasione per confrontarsi sul futuro dell'Ue senza giri di parole. Credo che sia ormai chiaro ai più che la posizione italiana non è tattica, ma strategica. Il problema oggi è che abbiamo molte regole (che non tutti rispettano) e pochi ideali (che forse non tutti condividono). Questo è il problema. Noi non battiamo i pugni sul tavolo per non rispettare le regole. Noi facciamo proposte concrete perché l'Europa sia più forte e l'Italia più consapevole".
Intanto, sul fronte dei diritti il Pd mette sul tavolo la questione delle adozioni.
Mentre fa discutere il caso scoppiato dopo la nascita del figlio di Nichi Vendola e del compagno Eddy Testa con la tecnica della maternità surrogata.
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