A partire dall'introduzione della
cedolare secca sugli affitti abitativi, l'evasione tributaria
(tax gap) è diminuita del 42% (rpt. 42%) ed anche la propensione
all'inadempimento si è ridotta del 40%. E' il dato evidenziato
da Confedilizia, che ha passato in rassegna il "Rapporto sui
risultati conseguiti in materia di misure di contrasto
all'evasione fiscale e contributiva", allegato alla Nota di
aggiornamento del Def.
In particolare, tra il 2010 ed il 2015 il tax gap è passato
da 2,3 a 1,3 miliardi di euro, mentre la propensione al gap è
scesa dal 25,3% al 15,3%.
Risultati positivi che dimostrano, secondo l'associazione,
come il meccanismo funzioni e come debba essere esteso anche
agli affitti non abitativi, "a partire da quelli di negozi e
uffici".
Ora ci sono le prove. - afferma il presidente di Confedilizia,
Giorgio Spaziani Testa in una nota - La cedolare secca sugli
affitti abitativi da parte di persone fisiche, per anni proposta
da Confedilizia e finalmente varata nel 2011, ha pienamente
centrato uno degli obiettivi che si prefiggeva, quello di
ridurre l'evasione fiscale. In pochi anni, ci dice il Mef, si è
quasi dimezzata sia l'entità delle somme sottratte al fisco sia
la propensione all'inadempimento, recuperandosi circa un
miliardo di euro. Inoltre, i numeri certificano che, negli
ultimi anni, questo è l'unico comparto nel quale la tax
compliance è cresciuta".
Secondo l'associazione dei proprietari, "la cedolare si
impone anche per ragioni di equità, anzitutto per compensare
almeno in parte il forte carico di tassazione patrimoniale che
gli immobili locati subiscono con Imu e Tasi. Questi dati
dovrebbero finalmente convincere Parlamento e Governo ad
estendere la tassazione sostitutiva agli affitti non abitativi,
a partire da quelli di negozi e uffici. Le risorse le offre
proprio il recupero di evasione ottenuto con la cedolare nel
settore abitativo. Adesso, davvero, non ci sono più scuse".
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