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Morto Alberto Alesina, economista e docente di Harvard

Morto Alberto Alesina, economista e docente di Harvard

Negli Stati Uniti, aveva 63 anni

ROMA, 25 maggio 2020, 09:17

Redazione ANSA

ANSACheck

Alberto Alesina - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alberto Alesina - RIPRODUZIONE RISERVATA
Alberto Alesina - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' morto Alberto Alesina, l'economista e docente dell'Università di Harvard. Aveva 63 anni. E' accaduto negli Stati Uniti. Forse è stato colto da arresto cardiaco mentre praticava con la moglie hiking, una specie di nordic walking. Lo ha reso noto in un tweet l'economista David Wessel, direttore del Centro Hutchin sulla politica fiscale e monetaria, il quale precisa nel suo messaggio di avere appreso la notizia da un altro economista David Cutler. La morte di Alesina è stata confermata dall'Istituto Bruno Leoni.

Alesina, uno degli economisti italiani più prestigiosi, era un volto noto anche al grande pubblico televisivo ed editorialista autorevole sulla stampa, in particolare sul Sole 24 ore ed il Corriere della Sera. E' stato uno dei massimi esperti di politica economica e tra i pochi italiani ad essere indicato negli ultimi anni come possibile vincitore del premio Nobel per l'economia.

 

"Ricordo Alberto Alesina. I suoi studi e le sue idee hanno arricchito il nostro dibattito economico". Lo twitta il commissario europeo all'economia, Paolo Gentiloni, ricordando l'economista scomparso negli Stati Uniti.


Alesina, nato a Broni, in provincia di Pavia, il 29 aprile 1957, è stato professore di economia all'universita' di Harvard, dove ha anche diretto il dipartimento economico dal 2003 al 2006, visiting professor all'università Bocconi di Milano, dove si era laureato nel 1981, ha anche collaborato con lavoce.info. la testata online guidata da Tito Boeri. Sostenitore di una austerità cosiddetta espansiva per affrontare i periodi di emergenza e a sostegno della crescita che punti cioè più sui tagli selettivi della spesa che sull'aumento delle tasse, ha indicato la via da seguire più nelle grandi riforme e liberalizzazioni piuttosto che col ricorso prioritario all'investimento per le grandi opere.

Durante la crisi del debito sovrano aveva criticato prima la gestione europea della Grecia, spiegando come l'austerity con tagli alle spese sia meglio di quella realizzata con un aumento delle tasse perché costa meno in termini di recessione. Ed aveva successivamente espresso dubbi sulla "infatuazione" che c'è in Italia per le grandi opere, a suo dire "spropositata" considerando il rapporto costi-benefici. Insieme all'economista e amico Francesco Giavazzi aveva espresso durante la crisi dello spread in Italia un decalogo per sostenere l'economia, attraverso lo sblocco del mercato del lavoro con l'introduzione di contratti unici, la sostituzione della cassa integrazione con sussidi di disoccupazione temporanei. Maggiore libertà per imprenditori e lavoratori di fare, se d'accordo, scelte a livello aziendale.

Gli economisti suggerivano, come ricetta per quella particolare situazione di crisi, salari del settore pubblico diversi da regione a regione a seconda del costo della vita Agevolare l'occupazione femminile, una riforma equa delle pensioni di anzianità e della giustizia civile. L'eliminazione di alcuni privilegi garantiti agli ordini professionali, allargare la base imponibile riducendo l'evasione per poter abbassare le aliquote.

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