Gianni De Gennaro presiederà domani la sua ultima assemblea come presidente di Leonardo, per passare il testimone dopo sette anni a Luciano Carta designato nuovo presidente dall'azionista di riferimento, il Tesoro.
De Gennaro ripercorre questo lungo percorso in una intervista aI Sole 24 Ore. "Rimasi sorpreso quando mi chiamarono. Mi ero sempre occupato di altro", dice l'ex capo della Polizia, poi ai vertici dell'intelligence, chiamato nel 2013 alla presidenza di Finmeccanica, il polo italiano dell'aerospazio, difesa e sicurezza che ha poi cambiato nome diventando 'Leonardo'.
Ricorda, tra l'altro, "l'adozione di un codice e la costituzione di un comitato per l'integrità e l'anticorruzione, la ridefinizione dell'audit e dei flussi informativi, il whistleblowing per le segnalazioni anonime degli illeciti, la rimodulazione del sistema formativo, la comunicazione all'esterno dell'impegno pubblico anticorruzione e il rafforzamento della compliance, cioè la conformità e la correttezza delle procedure". Sottolinea quanto "l'impresa, per realizzare il profitto, ha bisogno di buona reputazione. Per questo la prevenzione funziona". Lascia dopo sette anni un gruppo che oggi, dice, "è una doppia pietra angolare: per la sicurezza nazionale e per l'industria del nostro Paese. È essenziale per le persone che ci lavorano. Ed è fondamentale per tutta la comunità italiana. Per definire chi siamo, per definire dove andiamo".
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