Se nel pubblico impiego la contrattazione di primo livello è bloccata da anni non è così per quella di secondo livello, in cui si decide del salario accessorio, ovvero della parte retributiva legata a premi, indennità e progressioni economiche. Nonostante i contratti integrativi siano sottoposti a precisi vincoli, nei primi sei mesi del 2016 sono stati firmati oltre 7 mila contratti.
Guardando alle percentuali, l'intesa risulta essere stata raggiunta già in un'amministrazione su tre. Questo il quadro che emerge dal monitoraggio dell'Aran, l'agenzia che rappresenta il governo nelle trattative.
Nel pubblico impiego sul salario accessorio, che riguarda soprattutto premi e progressioni economiche, si registra il raggiungimento di un'intesa nella quasi totalità dei casi (98,7%). Secondo il monitoraggio dell'Aran, il ricorso all'atto unilaterale appare, infatti, residuo, limitato all'1,3% del totale (95 atti contro 7.070 contratti). L'Aran ricorda che, stando al Testo unico sul lavoro pubblico, "gli atti unilaterali possono essere adottati al fine di assicurare la continuità e il migliore svolgimento della funzione pubblica, qualora non si raggiunga l'accordo per la stipulazione di un contratto collettivo integrativo".
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