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Usa: Moody's taglia pil, verso stretta Fed

Usa: Moody's taglia pil, verso stretta Fed

Agenzia di rating rivede al ribasso il pil americano per il 2016, a +1,7% dal +2,0% stimato in precedenza

18 agosto 2016, 10:35

Redazione ANSA

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L 'ingresso di Wall Street © ANSA/AP

L 'ingresso di Wall Street © ANSA/AP
L 'ingresso di Wall Street © ANSA/AP

L'agenzia Moody's rivede al ribasso il pil americano per il 2016, a +1,7% dal +2,0% stimato in precedenza. Invariata a +2,3% la stima di crescita per il 2017. Lo afferma Moody's in una nota, prevedendo che la Fed tornera' ad aumentare i tassi di interesse entro la fine dell'anno.

Il rischio di deflazione nell'area euro resta una preoccupazione. Lo afferma Moody's sottolineando che la Bce continuera' nella sua politica accomodante anche nel 2017.

Le elezioni americane sono un rischio per l'economia globale. Lo afferma Moody's, sottolineando che un cambio di politica negli Stati Uniti che contribuisca a indebolire l'attuale architettura del commercio globale e della sicurezza ''potrebbe avere un impatto dannoso sulla fiducia e sulla crescita, e ci spingerebbe a rivedere le nostre stime''. ''Ci sono diversi rischi al ribasso sulle prospettive dell'economia globale, il piu' immediato e' associato con el elezioni americane''.

Porta aperta Fed ad aumento settembre - Un aumento dei tassi di interesse potrebbe arrivare a breve. La Fed resta spaccata sulla tempistica della prossima stretta e decide di attendere nuove indicazioni sull'economia prima di decidere. La porta e' aperta, quindi, per un rialzo dei tassi a settembre. Ipotesi che spaventa le Borse europee, tutte in rosso. Wall Street trascorre la maggior parte della seduta in territorio negativo, per poi muoversi intorno alla parita'. Ad agitare lo spettro di una aumento gia' in settembre e' stato nelle ultime ore William Dudley, il presidente della Fed di New York. Le sue parole sono pero' state 'contraddette' da James Bullard, il numero uno della Fed di St. Louis, che pur escludendo un a recessione americana prevede un solo rialzo dei tassi fino al 2018. Affermazioni contrastanti che riflettono la spaccatura interna alla Fed, con alcuni membri del Fomc che appoggiavano l'ipotesi di una stretta gia' in luglio, anche per evitare il materializzarsi dei rischi al sistema finanziario legati al basso costo del denaro. Il presidente Janet Yellen e' riuscita pero' a far raggiungere un compromesso: attendere nuovi dati sull'economia prima di decidere. La banca centrale americana si lascia cosi' tutte le opzioni aperte, anche un aumento a settembre. Per agire e' pero' necessario un consenso piu' forte sulle prospettive di crescita, sul mercato del lavoro e sull'inflazione. ''E' appropriato continuare a lasciare le opzioni aperte e mantenere la flessibilita' di aggiustare il tiro sulla base delle informazioni economiche'' afferma la Fed nei verbali, sottolineando che ''la rapida ripresa dei mercati dopo la Brexit e l'accelerazione del mercato del lavoro in giugno ha alleviato due incertezze chiave per l'outlook''. Nonostante i rischi per le prospettive economiche americane ''sono diminuiti'', gli analisti continuano a ritenere che un aumento dei tassi il prossimo mese e' improbabile data la vicinanza al voto negli Stati Uniti. Se la Fed decidera' di agire lo fara' in dicembre, a un anno dal suo primo aumento dei tassi dal 2006.

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