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Ecofin, ok obiettivi Italia su crescita-riforme

Ecofin, ok obiettivi Italia su crescita-riforme

Il documento finale dei ministri economici

BRUXELLES, 09 luglio 2014, 14:31

Chiara De Felice

ANSACheck

Il ministro Pier Carlo Padoan all 'Ecofin © ANSA/EPA

Il ministro Pier Carlo Padoan all 'Ecofin © ANSA/EPA
Il ministro Pier Carlo Padoan all 'Ecofin © ANSA/EPA

Accordo sulla necessità di crescere di più attraverso le riforme, disaccordo sul modo di aiutare gli investimenti per spingere la ripresa: i ministri dell'economia riuniti nel primo Ecofin presieduto dall'Italia appoggiano gli obiettivi illustrati dal ministro Pier Carlo Padoan ma sono cauti sulla strada per raggiungerli.

Lo scetticismo dei 'soliti noti', Germania e Olanda in testa, è sempre sulla flessibilità: il timore è che sia alternativa al consolidamento dei bilanci, pilastro della linea dei rigoristi. E sulle ambizioni italiane, come la proposta di oggi del premier Renzi di scorporare dal Patto gli investimenti per il digitale, frena anche la Commissione: la spesa è spesa, e non si può ignorarla nei calcoli.

L'Ecofin, nel comunicato finale, dà l'appoggio al programma italiano per il semestre: "I ministri dell'Ue sostengono gli obiettivi dell'Italia su crescita e riforme, concordano con l'uso della flessibilità già inserita nelle regole del Patto e si danno appuntamento a settembre per un nuovo scambio di vedute su opportunità di investimenti e riforme strutturali". Per Padoan, lo scopo dei prossimi sei mesi in cui presiederà l'Ecofin è "aiutare tutti i Paesi trovare incentivi e la spinta per le riforme". Bisogna "usare tutti gli strumenti possibili all'interno del sistema esistente". Senza cambiare le regole del Patto ma usando con "lungimiranza" quelle esistenti. "Abbiamo un sistema di regole che consente la flessibilità, e ora cominciamo le discussioni per capire cosa questo significa", ha spiegato il ministro, ben consapevole che le discussioni sullo scorporo della spesa per investimenti dal deficit, al momento, non passa.

"Tutta la spesa deve essere calcolata nel deficit", ha spiegato il commissario ad interim agli affari economici Siim Kallas, convinto che non si possa fare distinzione nella spesa perché "non può esserci spesa buona e cattiva, il debito è debito, il quadro regolatorio è chiaro". E' quindi ancora presto per dire cosa voglia davvero dire flessibilità. E non tutti sono ansiosi di scoprirlo, perché per alcuni, come la Germania, è più un rischio che una necessità: "L'attenzione sulla crescita e sulle riforme è giusta e la sosteniamo pienamente, è decisivo per rafforzare gli investimenti e la competitività, ma le riforme non devono essere una scusa per evitare il consolidamento di bilancio", ha detto il ministro tedesco dell'economia Wolfgang Schaeuble dopo l'intervento di Padoan all'Ecofin. E l'olandese Jeroen Dijsselbloem preferisce mettere l'accento più sugli sforzi che devono fare i Paesi come l'Italia, che hanno perso competitività, che sugli aiuti da dare loro: "Il governo italiano ha un programma di riforme molto ambizioso", ma "come tutta la Ue aspetto i risultati", perché "la competitività deve migliorare e la crescita economica aumentare, molto lavoro si deve ancora fare". La strada per declinare la flessibilità è quindi ancora tutta da tracciare.

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