(ANSA) ROMA 31 MAR -#Thriller #Adolescenza, #StoriaDiFormazione, #DenunciaSociale, #Criminalità, #Argentina, #PubblicoGiovane, #OperaPrima e #NoirNonConvenzionale, questi i puntuali hashtag assegnati a 'L'educazione di Rey', film indipendente argentino di Santiago Esteves che sarà distribuito in Italia da Exit Media dal 4 aprile dopo aver preso molti premi.
Questa la storia di questo thriller-western andino. Reynaldo, detto "el Rey" (Matías Encinas) è uno dei tanti ragazzi che vivono nella realtà periferica argentina senza lavoro, soldi e speranze. A un certo punto Rey chiede aiuto al fratello maggiore Josué per trovare un lavoro qualsiasi e lui lo coinvolge in una piccola rapina da fare insieme per un grosso criminale della malavita di Mendoza. E questo con la tacita collaborazione della polizia corrotta. Il silenzioso Rey accetta, ma il colpo alla fine va storto e Josué e il suo giovane complice vengono catturati da una volante della polizia. Non è così per Rey che riesce a fuggire con la refurtiva.
Durante la sua fuga cade nel giardino di Carlos Vargas (Germán de Silva), vecchia guardia giurata distruggendogli la serra, e da qua inizia la sua singolare iniziazione.
Carlos, modi spicci e cuore caldo, prima lo ammanetta, lo tratta da ladro, ma poi decide di proporgli un accordo: Rey dovrà riparare la serra che ha distrutto e in cambio non verrà denunciato. Tra i due nasce lentamente un rapporto quasi tra padre e figlio, fatto di poche tenerezze, tanti silenzi e insegnamenti maschili. Carlos insegna infatti al ragazzo a sparare come se volesse tramandare qualcosa a Rey. Intanto la criminalità organizzata vuole vendicarsi e inizia a cercare il giovane, colpevole secondo loro di averli traditi. Ma il ragazzo, incapace di sorridere, ora è meno solo.
"In Argentina, anni e anni di diseguaglianze sociali hanno fatto crescere la malavita, e in questo contesto i media hanno costruito e reso popolare un personaggio: "el pibe chorro" (letteralmente: "il ragazzino delinquente") - spiega il regista-. Cresciuti in condizioni di cronica marginalità e povertà, gli adolescenti più svantaggiati sono spesso costretti a lavorare per le frange deviate della polizia, e a delinquere per loro. La polizia e la malavita sono spesso la stessa cosa. L'educazione di Rey - continua Santiago Esteves - mette in scena elementi della realtà contemporanea in Argentina all'interno di una cornice narrativa universale. Ho lavorato per creare una storia che rivelasse la durezza dei personaggi e, allo stesso tempo, la loro grande umana tenerezza". Il film si svolge, conclude il regista: "In un territorio inesplorato per il cinema argentino: Mendoza, dove sono nato e cresciuto. Una città all'ombra delle Ande. La prossimità con la natura e gli spazi aperti mi hanno permesso di sottolineare il tono mitico della storia e usare il paesaggio per rimandare al genere western".
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