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Les Ogres, il teatro fa bene alla vita

Les Ogres, il teatro fa bene alla vita

In sala dal 26 il pluripremiato film di Lea Fehner

21 gennaio 2017, 13:43

Francesco Gallo

ANSACheck

locandina Les Ogres - RIPRODUZIONE RISERVATA

locandina Les Ogres - RIPRODUZIONE RISERVATA
locandina Les Ogres - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Il teatro fa bene alla vita. È quello che immediatamente fa pensare il pluripremiato Les Ogres di Léa Fehner, in sala dal 26 gennaio con Cineclub. Il fatto è che questa eterogenea compagnia di artisti itineranti del Dava Thétre, con roulotte e tendone da circo, sembra vivere al massimo, come pressata da quelle stesse parole di Cechov che ogni sera recita davanti a un pubblico di curiosi provinciali. Ispirato alla vita dei genitori-attori della regista poco più che trentenne, il film mette insieme, oltre ai legami familiari, l'amore, l'amicizia, i tradimenti e i drammi che sono dietro tutti questi personaggi.
    A complicare le cose, l'imminente arrivo di un bambino e il ritorno di un ex amante del capo-comico Francois (Francois Fehner, vero padre della regista). Nella colonna sonora del film, composta da Philippe Cataix anche 24mila baci di Adriano Celentano.Nel cast interpreti come Adèle Haenel (La ragazza senza nome ), la catalana Lola Dueas (Mare dentro; Parla con lei), Marc Barbé e tra i familiari della regista, oltre al padre, la madre Marion Bouvarel e la sorella Inès.
    Tra i molti premi andati a Les Ogres, il Miccichè e quello del Pubblico al Festival di Pesaro, e poi la recente candidatura come'miglior film', 'miglior regìa' e'migliore sceneggiatura' ai premi Lumière, i Golden Globes francesi.
    "Lavorare con i familiari è stato importante, ma anche un azzardo - spiega oggi la regista a Roma -. Volevo solo fare un film coerente, ricco di emozioni e sentimenti con un set che rappresentasse una comunità di uomini e donne capaci di mescolare vita e amore".
    E ancora sul cast spiega Lea Fehner: "sembrava una comune.
    Alcuni della compagnia sono appunto miei parenti, mentre gli altri li ho scelti invece in base ai caratteri che volevo rappresentare. Per facilitare il tutto ho girato poi con tempi lunghi (dieci settimane) e in modo cronologico. E questo per rappresentare un misto di ricordi di infanzia e mantenere, con una certa fedeltà,quel soffio di vita che i miei genitori hanno creato".
    "L'utilizzo di 24mila baci di Celentano - conclude la regista - nasce dal fatto che è una canzone che mi piace molto e poi su un film che parla d'amore per il teatro, per il mondo e per le cose, un solo bacio non bastava".

Ecco la schedahttp://bit.ly/2j6Ntfa


    


   

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