Ha girovagato per le strade, le piazze e i mercati, è entrato nelle moschee accanto a chi pregava, ha parlato con persone di diverso ceto e nazionalità, indagando nel pregiudizio e nella paura, ma anche nella speranza del futuro: sono tante e complesse le anime del mondo musulmano ormai alle porte dell'Occidente che Gad Lerner proverà a comprendere nel suo "Islam, Italia", il nuovo programma in onda da domenica 20 novembre in seconda serata su Rai3. Il racconto di come il nostro Paese si stia trasformando nel rapporto con la cultura musulmana contemporanea è al centro di questa nuova avventura televisiva, che segna l'atteso ritorno in Rai del giornalista dopo 16 anni di assenza. La cifra adottata da "Islam, Italia" è quella del reportage, per un totale di 6, da 50 minuti e migliaia di km ciascuno, condotti tra Italia ed Europa, ma con tappe anche in Nigeria, Libano e Qatar. Firmato da Lerner e Laura Gnocchi, con Francesca Filiasi e Liviana Traversi, a cura di Valentina Rosti, il programma affronta in ogni puntata alcuni dei temi più legati alla nostra attualità, dalla fede alle donne musulmane, dall'Africa ai rifugiati, dal jihadismo in Italia (entrando direttamente all'interno delle carceri, anche nei reparti di massima sicurezza dove sono i detenuti per reati di terrorismo internazionale) agli intrecci economici legati alla realtà musulmana. A guidare il giornalista la volontà di comprendere senza dare nulla per scontato, di toccare con mano, di accorciare le distanze per immergersi dentro contesti che, seppur apparentemente lontani da noi, ci riguardano molto da vicino. "Racconto un mondo che ormai sta entrando a casa nostra, ma non ho un giudizio o un ritratto da dare sull'Islam italiano. E' stata una bellissima sfacchinata, fatta di una marea di incontri, visite ed emozioni che tengo tutte qui nel taccuino", ha detto questa mattina Lerner in conferenza stampa a Roma, sottolineando che "questo programma ha a che fare con la mia storia personale, visto che sono arrivato dalla sponda sud del mare". "A quasi 62 anni - ha aggiunto - mi sento un novizio: ho fatto l'inviato per la carta stampata, ma non ho mai raccontato attraverso le immagini. E questa esperienza è stata per me un lusso straordinario, finalmente fuori dalla gabbia del talk show". Se infatti il titolo rievoca a 25 anni di distanza il celebre talk "Milano, Italia", la struttura del programma è in realtà un'altra: agli studi televisivi Lerner preferisce l'inchiesta condotta con un linguaggio fresco e un budget ridotto, sempre in strada in prima persona accompagnato da una piccola equipe composta prevalentemente da donne, perché "non si può prescindere da uno sguardo femminile per capire la vita quotidiana né dalla contesa in atto a livello mondiale sul corpo delle donne"
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