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Mannarino, io tra folk e ritmi di Bahia

Mannarino, io tra folk e ritmi di Bahia

Esce Apriti cielo, quarto album di inediti. Dal 25/3 in tour

ROMA, 17 gennaio 2017, 11:24

Claudia Fascia

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Quando il folk e lo stornello romanesco incontrano i ritmi afro di Bahia: potrebbe essere questo il sottotitolo di Apriti Cielo (Universal), il quarto album di inediti di Mannarino, che torna a distanza di tre anni dal successo di Al Monte. "Le suggestioni della musica brasiliana? Arrivano da lontano, da quando a 18 anni facevo il dj di world music e suonavo nei locali multietnici vicino alla stazione Termini e nel rione Monti a Roma. Locali nei quali Sudamerica, Africa e Italia si incontravano. Sono cresciuto così e la mia ricerca musicale parte proprio da lì e dai miei viaggi. Mi interessa l'incontro di mondi distanti storicamente in contrapposizione". Oggi, che di anni ne ha 37, Mannarino concede allo stornello e alla musica afrobahiana "la stessa rilevanza nella mia formazione. Fanno parte di me in egual misura".

Normale e naturale, dunque, che prima o poi dovessero trovare un terreno comune nel quale sfociare. "La forza vitale dei tamburi africani - ancestrale battito del cuore - e i colori della musica brasiliana mi hanno aiutato ad alleggerire quello che vedo intorno a me e che vivo - ha aggiunto il cantautore romano -. Ma in fondo ho sempre usato il dialetto come fosse una lingua straniera: è lo stesso grido e lo stesso urlo vitale che ha l'umanità dappertutto. L'esigenza di dire io esisto, sono qui e mi devo salvare. E' la forza che permette il superamento della povertà, la forza che fa ballare la tristezza". Perché i ritmi allegri, non nascondono comunque uno sguardo severo che sembra lasciare poco spazio alla speranza. Ma come è abituato da sempre a fare, nei suoi dischi i livelli di interpretazione sono diversi e più profondi.

"Con le stesse parole parlo di situazioni diverse. E anche in questo ho preso spunto dai brasiliani, che nascondevano con i loro canti la loro rivolta. Apriti cielo (il singolo che ha anticipato l'album, ndr), ad esempio, parla dei migranti che arrivano qui dall'Africa - spiega ancora Mannarino -. Ma a guardare bene, parla anche dei giovani che dall'Italia partono in cerca di fortuna altrove. Il mio intento era di raccontare come la gente deve 'salvarsi', fisicamente o dalle maglie di un sistema che ti propone solo omologazione e consumismo". L'uscita di "Apriti Cielo" anticipa il tour che debutta il 25 marzo (con un bis il 26) a Roma, prima volta di Mannarino al PalaLottomatica. "Da quando ho cominciato a vedere gente che veniva ai miei concerti e comprava i miei dischi, ormai sono pronto a tutto. Sono entrato nella tana del Bianconiglio e mi aspetto qualsiasi cosa. Ma non ho ambizioni di conquista: faccio quello che mi piace nella vita e questa di per sé è già una gran conquista. A me va bene anche suonare nel localino sotto casa se comunque mi permette di fare musica".

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