La Venere Iblea dello stilista
siciliano Salvatore Piccione, vincitore del concorso Who is on
next? 2012, sbarca a Roma, a Palazzo Ferrajoli. Il giorno prima
della sfilata di Valentino a Trinità dei Monti e alla vigilia
delle sfilate di Altaroma che cominciano l'11 luglio. Difficile
pensare ad una casualità la scelta della data della
presentazione romana.
È una ricchezza creativa, quella di Salvatore Piccione, che
attinge alla storia profonda della sua terra: quella parte di
Sicilia nei dintorni di Ragusa, dove sorgono i monti Iblei. Nei
racconti più remoti della tradizione rinveniamo divinità
femminili, profondamente legate alla terra. Da queste creature
mitiche nei riverberi della letteratura emerge la figura di
Venere Iblea. Fra mito, canti e leggende scopriamo ancora
antiche parole che invitano la dea a vestirsi di fiori, più di
quanti ve ne fossero nei campi dell'Etna, più di quanti ve ne
fossero nelle valli di Ibla. Così un abito esulta nel giallo del
Crocus che sboccia sulle distese dell'Etna, uno stuolo di
trifogli bianchi, le sfumature violacee delle orchidee
selvatiche, diventano colore. Con maestria Salvatore Piccione
costruisce le sue mises partendo dal 100% cotone, per poi
aggiungervi il goffrato mosso e sfumato di un crepe di seta. La
compattezza della duchesse trova il suo accostamento ideale
nella leggerezza scintillante dello chiffon. Va ben oltre il
contrappunto floreale l'universo a cui tende ogni rinnovata
collezione. Poiché come nella "Lunga veglia di Venere" inno
composto per un coro di fanciulle, la Donna a cui si rivolge
Salvatore Piccione è la fonte stessa della vita.
La palette. Lo stilista sembra proporci la via del colore
come via per la contemplazione, come via per la liberazione.
Cromie solide in tinta unita. Intense, vive, cariche di luce.
Enfatizzate da decorazioni e ricami fino scoprire i bianchi più
puri dove saranno i tagli ed i volumi a guidare un movimento non
più solo terrestre. Infine, i decori smettono di essere
un'estensione della grafica per divenire essi stessi corpo.
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