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Fascismo, la disillusione di chi c'era

Fascismo, la disillusione di chi c'era

In diari ufficiale medico in Etiopia, le brutalità del regime

ROMA, 30 gennaio 2017, 10:54

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Partecipare alla campagna di Etiopia da giovane ufficiale medico, convinto della missione fascista, per poi scontrarsi con la dura realtà e le brutalità della guerra. E' quanto riportato nei diari di Carmelo Sirianni in 'VI Battaglione Libico - Diario della campagna di Etiopia (1936-1937)' a cura di Olindo De Napoli (Viella editore - 29 euro, pp. 356).
    Nato in Calabria nel 1906, Sirianni compie gli studi universitari a Napoli e partecipa da ragazzo alle formazioni giovanili nazionaliste. Intraprende la carriera militare come ufficiale medico e, all'inizio del 1936, parte per la campagna di Etiopia al seguito di un battaglione di ascari libici.
    L'iniziale entusiasmo per la missione che il fascismo ha indicato agli italiani si scontra presto con le mostruosità della guerra, al punto di indurre il giovane medico a lasciare la divisa alla fine del conflitto mondiale.
    Il diario che Sirianni tiene per quasi due anni è un racconto vivido di quella esperienza. Pur trovandosi nelle retrovie a curare i feriti, documenta minuziosamente - anche con fotografie - le violenze, l'uso dei gas, la disorganizzazione dell'esercito, la dura quotidianità della vita militare, esemplificata dall'assillo per i pidocchi.
    Sferzante è la critica al cinismo dei comandi: i tanti ritratti di opportunisti e mediocri che si affollano negli alti gradi sembrano fare da controcanto alla celebrazione degli ideali nazionalisti. Amarezze e orrori della guerra porteranno Sirianni ad abbandonare la divisa alla fine della guerra e a specializzarsi in ostetricia e ginecologia a Bologna. Ritornato in Calabria, eserciterà per lunghi anni la professione di medico a Catanzaro, dove è morto nel 2002.
   

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