Vero o falso? Copia o autentica? Nel mondo dell'arte e della scienza è una delle domande nodali. Basti pensare alle tante controverse opere d'arte e d'ingegno attribuite di volta in volta ai grandi artisti e inventori piuttosto che ad abili truffatori o a commercianti senza scrupoli. O ai tanti reperti 'antichi' che poi la scienza ridata in modo impietoso come moderni. Questa delicatissima branca della scienza ha un luogo speciale ad essa dedicato: il Museo d'arte e scienza di Milano. Si trova a due passi da quel castello Sforzesco dove lavorò il grande Leonardo da Vinci, e il suo fine è quello di mostrare al pubblico l'importanza di "riconoscere" la genuinità o la falsità di un reperto. Un cammino diverso dalla solita "visita" museale, fatto di spiegazioni, ma anche di comparazioni, dove serve l'udito, ma anche il tatto, talvolta l'olfatto, e si viene invitati ad aguzzare la vista per riconoscere quei dettagli, talvolta nascosti, talvolta persino ovvio, che fanno la differenza quando si tratta di attribuire un'opera.
Alcuni di questi casi hanno fatto il giro del mondo, come il raggiro delle faste teste di Modigliani fatto da alcuni studenti nel 1984 o il ritrovamento di un dipinto di sotto una 'crosta' in qualche solaio. Ultimo caso a fare scalpore quello del ritratto di Isabella d'Este, spuntato dal nulla nel 2015 e attribuito a Leonardo Da Vinci (seppure tra polemiche e stroncature), finito nelle mani di un ex camorrista e sequestrato dai carabinieri all'interno di un caveau di una banca svizzera, pronto per essere venduto a un fondo fiduciario inglese al prezzo di 120 milioni di euro.
"Unico nel suo genere e unico esempio al mondo di museo dedicato all'importante tematica dell'accertamento dell'autenticità nell'arte - spiega il direttore, Peter Matthaes - il Museo d'Arte e Scienza prevede diverse sezioni che affrontano un tema fondamentale - spiega dalla pittura su tela e su legno alla ceramica da scavo, dai mobili d'antiquariato all'ambra e all'avorio, ai tappeti. Tutte le sezioni sono corredate da test station, postazioni con microscopi e lenti d'ingrandimento per insegnare a riconoscere le caratteristiche di autenticità". La storia del Museo d'Arte e Scienza prende avvio dalle passioni di Gottfried Matthaes (il fondatore discendente da una famiglia di grandi artisti di Dresda) per l'arte e la tecnologia. E' questo amore, coltivato per decenni, che ha portato alla nascita di questo gioiello culturale, che occupa due piani di Palazzo Bonacossa e dove, oltre alle sale espositive, ha sede un laboratorio scientifico altamente specializzato nella datazione spettroscopica. Alla morte di Gottfried Matthaes, avvenuta nel 2010, la guida del Museo è passata ai figli, Peter, e Patrizia, presidente dell'Associazione Amici del Museo d'Arte e Scienza.
Un museo davvero diverso nella fruizione, la cui visita emoziona due volte. La prima durante il normale percorso espositivo, che prevede ceramiche da scavo (i più antichi vasi di oltre 5mila anni, definita dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, 'Collezione di eccezionale interesse storico culturale'), tappeti e arazzi, arte buddista (con provenienze dalle meno note Thailandia e Birmania) e arte africana. Poi una seconda volta grazie al 'contatto' con il legno, la ceramica, le tele. Se ne possono avvertire la densità, i corrugamenti, la porosità dei materiali, ma anche l'odore delle vernici e dei tessuti, i colori veri e la loro risposta se 'sollecitati' da una lampada a ultravioletti, la pigmentazione microscopica attraverso una lente d'ingrandimento. Insomma, una "sorta di fucina culturale multietnica di elaborazione delle tematiche dell'arte - spiega all'ANSA Peter Matthaes - particolarmente apprezzato anche all'estero, tanto che l'80% dei visitatori e dei clienti che utilizzano la struttura museale per l'organizzazione dei loro eventi sono di provenienza internazionale". Un museo davvero 'vivo', dove la fiamma della curiosità umana attinge forza dall'esperienza diretta, e ne esce rafforzata.
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