Vive in uno dei quartieri più
lussuosi di Genova, Albaro, veste griffato, frequenta locali
costosi, quando può sale sullo yacht di amici, ma ha chiesto e
ottenuto il reddito di cittadinanza. La truffa alle istituzioni
le è costata una denuncia da parte dei carabinieri e ora dovrà
restituire quanto ricevuto illecitamente. Lo hanno rivelato i
carabinieri della Compagnia di Genova - San Martino che dopo una
serie di controlli hanno denunciato in stato di libertà 60
persone, italiane e straniere, residenti a Genova e provincia,
per indebita percezione del Reddito di Cittadinanza e truffa
aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Le
indagini, sviluppatesi attraverso l'incrocio dei dati delle
Banche Dati in uso alle Forze di Polizia, attività di
osservazione, pedinamento e monitoraggio dei profili social,
hanno consentito di accertare numerose irregolarità. In
particolare sono emerse le "modalità elusive" più ricorrenti:
residenze fittizie, composizioni dei nuclei familiari
modificate, mancata comunicazione della sottoposizione ad una
misura cautelare, l'omissione dei redditi percepiti e la falsa
attestazione di aver risieduto nel territorio italiano.
Inoltre, dal monitoraggio della rete internet e dei social
network, è stato possibile individuare il profilo pubblico di
uno degli indagati, una donna 40enne, residente in un
appartamento del noto quartiere genovese di Albaro e
beneficiaria di un sussidio mensile di 500 euro, il cui elevato
tenore di vita - testimoniato dalla disponibilità di borse ed
abiti griffati, auto di lusso nonché dalla frequentazione di
locali della movida genovese, costosi ristoranti e yacht - è
risultato assolutamente incompatibile con la fruizione della
misura di welfare a sostegno delle fasce più indigenti della
popolazione. Sono stati tutti segnalati all'Inps per l'immediata
revoca del beneficio, con efficacia retroattiva, e sono state
avviate le necessarie procedure di restituzione di quanto
illecitamente percepito, che si stima si aggiri complessivamente
sui 350.000 euro.
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